Una geografia dei legami e del dolore – Chiudi gli occhi, Nina di Paolo Mascheri
Un’ustione sulla testa di Andrea, da coprire con un cappello, che non va più via. È una cicatrice, che il protagonista del nuovo libro di Paolo Mascheri, si procura dopo essere caduto in un fuoco vivo, appiccato per bruciare sterpaglie durante il suo lavoro di giardiniere. Un segno indelebile, sulla sua testa, nella sua vita. Che lui porta con testardo orgoglio, in modo silenzioso, senza mostrare sofferenza. Questa cicatrice ci dice tanto sul protagonista di Chiudi gli occhi, Nina, un prezioso romanzo, delicato nella lingua, coraggioso nei temi e nella trama.
È il quarto libro per Mascheri, dopo Poliuretano (pendragon), Il Gregario (minimumfax), L’albero delle farfalle (pequod). È forse l’opera più audace e completa, dello scrittore toscano classe 1978.
In questo suo nuovo romanzo Mascheri ci parla di un rapporto padre-figliastra, scosso da un evento terribile. La morte della madre della ragazza. Andrea e Nina, i due protagonisti del libro, si trascinano nelle loro esistenze provando a trovare nuovamente il loro posto nel mondo, dopo essere rimasti soli. Andrea lavora come giardiniere, parla poco, sembra non sorridere mai, vive un’esistenza silenziosa, fatta di piccoli gesti importanti. Nina invece non è neanche ancora una adolescente, ha solo 11 anni, e si ritrova di colpo a crescere, con un lutto così importante sulle spalle.
Una morte, quella del giovane Medico Chiara, che ha ombre e lati oscuri, che solo Andrea e un collega della dottoressa conoscono. Sullo sfondo delle vite di Andrea e Nina si muovono altri personaggi, a completare un quadro a tinte fosche: la sorella di Chiara, così simile e così diversa da lei; il padre biologico della bambina, che ricompare all’improvviso con la sua nuova donna, dopo essere stato per anni assente, emigrato in Venezuela; il medico che per primo è arrivato sulla scena del decesso, che custodisce con Andrea un tremendo segreto; Melai, l’avvocato proprietario della grande villa in cui Andrea sta lavorando come giardiniere; Alma, la vicina di casa straniera, dolce, senza peli sulla lingua.
Ma i protagonisti sono loro, Andrea e Nina; i due brillano, si stagliano netti su questo sfondo toscano, fatto di tanto verde, grandi ville, esistenze anonime.
Mi alzo, con una mano accarezzo il tronco scorticato, controluce osservo le nervature delle foglie, la pagina vellutata.
«L’ho piantato appena siamo venuti a vivere qui con te e tua madre».
«Non me lo ricordo».
«Non puoi ricordartelo. È l’albero nazionale del Giappone. Là le famiglie lo piantano in onore di ogni figlia femmina».
«E tu l’hai piantato per me?»
«Sì, l’ho piantato per te».
Con la sua lingua netta e precisa Mascheri, quasi come in una sceneggiatura, ci porta al loro fianco, ci descrive e delinea questo complicato rapporto padre-figliastra. Quasi come in un The Road di McCarthyana memoria, ma senza l’apocalisse sullo sfondo, almeno non nel paesaggio.
Il romanzo sorprende per la delicatezza dei dialoghi, per la profondità psicologica dei personaggi, che come spesso accade nelle storie dell’autore toscano, sembrano spesso comportarsi come animali selvaggi. Muti, testardi, compiono azioni – come quella di un momento di sesso occasionale, o ancora una scenata di rabbia, o un momento di tenera complicità – come guidati da istinti innati, impossibili da celare o mandare a fondo. Ancora, forte e importante come già nel precedente Albero delle Farfalle, appare il rapporto dei personaggi con la terra, il verde, la natura, le piante. In questo caso, addirittura, il protagonista è un giardiniere, che sembra prendere decisioni molto più sagge e mature con fiori e arbusti, che nella sua vita. Ancora una volta, un profondo e viscerale rapporto genitori figli, anche se in questo caso non si tratta di puro legame di sangue. Ma, mai come questa volta, possiamo tranquillamente citare il detto “i figli sono di chi se li cresce”.
Complimenti a Mascheri per questo nuovo, importante lavoro. È ancora una volta la sua, una voce originale e personale nel panorama letterario italiano. Per raccontare una storia di amore paterno, una famiglia non convenzionale, una rivoluzione interiore e tracciare le coordinate di queste vite normali, sconvolte da eventi imprevisti, ci vuole una grande padronanza dei mezzi di scrittura. Ci vuole equilibrio, ci vuole esperienza. E Mascheri riesce a fare propria la lezione del minimalismo americano, attualizzandola e rendendola del tutto personale, con una tenerezza e un lirismo sorprendenti. “Una geografia dei legami e del dolore profondamente delicata e vera, con riserbo e realismo, un microcosmo popolato da pochi personaggi essenziali raccontati con estrema sensibilità e consapevolezza” come racchiuso in poche parole nella bandella di questa pregevole edizione per la collana Place D’Italie di Edizioni Clichy.
Ricordando Piccatto
Luigi Piccatto ha rappresentato per me, per la generazione cresciuta con Dylan Dog negli anni 80 e 90, uno dei tratti più riconoscibili.
Piccatto ha disegnato Il ritorno del Mostro, Golconda, I conigli rosa uccidono, Cagliostro, Grand Guignol, solo per ricordarne alcuni. Chi li ha letti, sa di cosa si tratta.
Il suo era un Dylan Dog spigoloso e carico di eccessi, quasi mai sorridente, a tratti surreale, che ben si sposava alle storie grottesche e splatter che gli venivano assegnate.
Ci ha accompagnato, ci ha spaventato, ci ha fatto sognare per moltissimi anni, su così tanti albi. Addirittura 33, ho letto in un articolo, senza contare le storie speciali e i mini-albi di Groucho allegati agli speciali.
Insieme a pochi altri disegnatori, quelli dei primi 100 numeri per intenderci (Brindisi, Roi, Casertano, Stano), per me è stato e sarà il solo e unico Dylan Dog che vale la pena leggere.
Molto più di un fumetto.
Grazie di tutto, Maestro, la tua opera vivrà in eterno negli occhi e nella mente di chi, come me, ha avuto la fortuna di leggerti.
ABBÀ PADRE DI ROBERTO BATTESTINI – NEO EDIZIONI
La casa editrice Neo Edizioni, con la sua collana di fumetti inaugurata un anno fa, non sta sbagliando un colpo. La conferma arriva con questo Abbà Padre, sofferta e stratificata autobiografia dell’autore Roberto Battestini, uscito a inizio novembre.
Il volume, che è un graphic novel dal tratto molto bello e dai colori delicati, appassiona sia per la trama che per lo stile. La storia è, in breve, il racconto autobiografico della famiglia dell’autore, la “Banda Battestini” una banda criminale nata a Pescara e attiva dalla fine degli anni 70 all’inizio degli anni 80.
L’autore ci parla della sua vita: l’infanzia, l’adolescenza, la maturità. Di Rolando e Pasquale, i suoi fratelli e membri della Banda. Ma soprattutto Roberto Battestini in Abbà Padre riflette sul proprio rapporto con il padre, una figura ambigua e sfuggente e, soprattutto, patriarca di questa famiglia dal vissuto così tragico.
Si tratta a tutti gli effetti di una sorta di sofferta, delicata e a tratti addirittura ironica autoanalisi a fumetti. L’autore mescola diversi piani e toni, regalando un lirico racconto familiare.
Variazioni senza tema di Manlio Santanelli
Il ritorno in libreria dello scrittore e drammaturgo Manlio Santanelli è segnato da un’antologia dedicata alla luna e ai lunatici edita da Caracó, che s’intitola Variazioni senza tema.
La presentazione venerdì 18 novembre alle 18 a Napoli al Teatro San Ferdinando, modera la giornalista e autrice Katia Ippaso, letture di Antonella Morea, Stefano Jotti e Fabio Cocifoglia.
La prefazione è stata scritta da Maria Teresa Chialant, i dieci racconti sono stati illustrati da Carmine Luino e le opere d’arte saranno in mostra al Teatro San Ferdinando fino al 6 gennaio.
Dieci racconti tra il grottesco e il surreale, che convergono in dieci strade che partono da una “piazza della divaganza”.
«Sono storie che raccontano una doppia realtà – spiega Santanelli – laddove i protagonisti nascondono o travestono aspetti della loro vita e del loro passato ricorrendo a storie fantastiche, che impediscono al lettore di riconoscere il confine tra realtà e fantasia». Ogni trama si trasforma in un viaggio di cui è certa la partenza ma non l’arrivo, che è sempre governata dall’imprevedibile, con uno stile personalissimo che coniuga scrittura teatrale e pura narrazione.
«Già il titolo Variazioni senza tema – scrive Chialant – indica la propensione dell’autore al gioco linguistico, non fine a sè stesso ma come una sfida a frasi fatte e a espressioni idiomatiche consolidate, proponendone di nuove, nelle quali la seconda metà dell’enunciato contraddice quanto ci si aspetta dalla prima, così sfatando luoghi comuni e producendo un effetto di straniamento».
L’ironia e il gusto a giocare con la lingua divertono chi legge e nel contempo propongono riflessioni profonde sulle bizzarrie e le insensatezze dei comportamenti umani.
La mostra “Dieci racconti X Dieci illustrazioni” curata da Carmine Luino è chiaro e scuro, pieno e vuoto, colore e buio. «Bellezza e forma, gli scritti di Santanelli – spiega Luino – sono per un illustratore una fonte inesauribile di invenzione. Onorato e divertito nell’interagire con una parola che, in questo caso, vale più di mille immagini».
Caracò ha già pubblicato il testo di Santanelli, La Venere dei terremoti (2012).
«Per noi, casa editrice con un pezzo di cuore a Napoli – commenta Alessandro Gallo – ritornare a pubblicare Santanelli significa stringere ancora le mani sulle nostre radici storiche, antropologiche e soprattutto culturali. Manlio per noi è stato e sarà ancora una bussola che ci ha permesso, come i personaggi di questa sua ultima opera, di farci giocare, riflettere, amare anche, le tante e troppe contraddizioni umane».
Variazioni senza tema di Manlio Santanelli, un’antologia dedicata alla luna e ai lunatici
Vi sono raccolte di racconti nelle quali gli elementi che le compongono hanno fra loro una sorta di familiarità: In questa raccolta intitolata Variazioni senza tema i racconti in essa contenuti non si conoscono per niente, e se si incontrano non si salutano. Ma c’è da sperare che vivendo assieme nello stesso volume, in futuro potranno stabilire fra loro una civile convivenza.
Manlio Santanelli
L’archeologia dell’amore – Cătălin Pavel
Bestseller in Romania, questo saggio atipico pubblicato in Italia da Neo Edizioni a fine aprile, è davvero un libro sorprendente. Nell’ottima traduzione dal rumeno di Bruno Mazzoni, “L’archeologia dell’amore” è un libro scritto dall’archeologo Cătălin Pavel, che intende indagare le relazioni amorose a partire dai ritrovamenti archeologici di tutto il mondo.
L’autore è un brillante divulgatore che riesce, in queste pagine, a raccontare l’amore e le relazioni di tutte le epoche, partendo dai resti archeologici: dalla preistoria al 900. Ma il libro ha un linguaggio accessibile a tutti, divulgativo e anzi molto ironico, cosa atipica per una comunicazione – quella archeologica – spesso polverosa e molto tecnica.
Abbiamo qui invece un’alternanza tra approccio scientifico e riflessioni personali. La scrittura è fresca, originale per un saggio di questo tipo. Il tono leggero non svilisce la materia, anzi la arricchisce con particolari e spunti contemporanei.
Ecco degli esempi:
“La coppia-prototipo della bellezza, Afrodite e Adone, è una specie di Brad Pitt e Angelina Jolie della stampa mitologica sensazionalistica.”
“Che alcuni autori abbiano una vena lirica è fuor di dubbio: i più tranquilli desiderano di tutto cuore che Sabina mantenga per sempre la sua bellezza adolescenziale, mentre altri sperano che un’altra tipa di Pompei rimanga “culibonia” (“con un bel culo”), e un tizio di Roma è descritto, pasolinianamente, come “culipetrus” (“col culo duro come pietra”).”
“Sembra tuttavia che la maggior parte degli uomini che scelgono di condividere con la città dettagli della loro vita preferiscono iscrizioni commemorative più esplicite, e ne troviamo parecchie a Pompei. Una dice: “Ho scopato qui il 14 agosto – e il 20 agosto”; in un altro punto: “Mi sono fottuta l’ostessa” (“futui coponam”). Qualcuno medita: “Nymphe l’ho fottuta; Amomus l’ho fottuta; Perennis l’ho fottuto”. Non sono le frasi di un grande scrittore, ma di qualcuno che stila un elenco di vittorie (le prime due femminili, la terza maschile).”
Non sorprende dunque che questo libro sia un bestseller in Romania, perché è in grado con sapienza di indagare il nostro passato, i miti, le iscrizioni, la storia per raccontare con scientificità e originalità, i rapporti d’amore. Attraversando le ere geologiche e i confini geografici. Dal Taj Mahal all’antica Pompei coi suoi graffiti immortalati nell’eternità dall’eruzione del Vesuvio, passando per l’uomo di Neanderthal e il Sapiens, la Prima Guerra Mondiale e il Mausoleo di Alicarnasso. Arrivando addirittura, nella modernità, a parlare di “due distinte figure femminili il cui contributo all’archeologia non è stato valutato a sufficienza. Gertrude Bell […] la donna più potente dell’Impero Britannico al tempo della Prima Guerra Mondiale, tant’è che lei non solo ha messo Faisal sul trono dell’Iraq, ma ha pubblicato importanti monografie su Binbirkilise e altri siti orientali” E “Agatha Christie […] finita nel mondo dell’archeologia senza averne colpa, solo perché ha sposato nel 1930 un archeologo che aveva conosciuto a Ur, in Mesopotamia.
Lo stesso Pavel scrive nel volume, in modo chiaro, i suoi intenti: “Ricostruire i nostri sentimenti partendo dai resti del passato. Nella preistoria, dove mancano fonti scritte, l’archeologia è l’unico modo – buono o cattivo che sia – per capire cosa accade a una coppia. In quale altro modo possiamo scoprire quanto ci sia vicino un anonimo abbraccio dell’Età del Ferro?”.
Questo libro è davvero un unicum nel suo genere. Archeologia raccontata con un taglio divulgativo e una scrittura accessibile a tutti. Davvero una piacevole scoperta.
Raffaele Messina vince la sezione Narrativa/Saggistica del Premio costadamalfilibri
Raffaele Messina è un intellettuale sempre attento e disponibile, scrittore raffinato, docente, editor: i suoi libri toccano diversi temi, dai giovani, alla storia, fino ad arrivare all’affascinante figura di Artemisia Gentileschi, donna di straordinario valore. La Gentileschi fu la prima donna ammessa all’Accademia del Disegno di Firenze, e destinata a divenire una pittrice di rilievo europeo. Messina ha raccontato la sua vita a Roma e a Napoli e con questo suo nuovo libro, “Artemisia e i colori delle stelle” (Colonnese) ha vinto la sezione “Narrativa/Saggistica” del Premio costadamalfilibri della XVI edizione di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo. Proclamato a Cetara dal direttore organizzativo della kermesse culturale Alfonso Bottone, allo scrittore napoletano è stata consegnata, dal consigliere delegato alla Cultura del Comune di Cetara Cinzia Forcellino, la maiolica simbolo del festival realizzata dal maestro ceramista Nicola Campanile di Vietri sul Mare. Completano la classifica il secondo posto del giornalista Ansa Milano Roberto Ritondale con “Operette umorali” (Book Road), il terzo della poetessa romana Sonia Giovannetti con “La poesia, malgrado tutto” (Castelvecchi), il quarto posto della scrittrice umbra Angela Torri con “Anin” (Albatros Il Filo), il quinto dello scrittore salernitano Matteo Alberto Sabatino con “Il proiettore delle memorie” (Schena).
Qui di seguito le altre iniziative culturali della manifestazione creata da Alfonso Bottone.
La XVI edizione di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo si chiude ufficialmente Domenica 17 luglio, ore 20.00, sul Molo Marcina della compagnia di navigazione Travelmar a Marina di Vietri sul Mare. Nel corso della serata il direttore organizzativo del festival Alfonso Bottone incontrerà due autori: Stefano Piccirillo con “Una volta ancora – l’originale”, edito da Guida, e Mariateresa Franza “Fino all’ultima fila. Francesco De Gregori raccontato dal suo pubblico”, pubblicato da LargoLiBro.
La vita di Stefano, amato e popolare conduttore radiofonico, è una continua girandola di progetti, incontri, relazioni e strani eventi. In “Una volta ancora – l’originale” di Stefano Piccirillo, voce storica di Radio Kiss Kiss, il protagonista riceve una vera e propria lettera. È Alessia, che entra immediatamente nei dettagli della vita dello speaker famoso come se lo conoscesse da sempre. Fa conoscere a Stefano il vero amore, facendo vacillare le sue sicurezze, e lo spinge a superare i suoi limiti. Stefano, dopo un periodo di attesa, si butta in questo rapporto con tutto se stesso, nonostante gli alti e bassi di un amore che cresce giorno dopo giorno ed esplode con gesti, dimostrazioni, slanci del cuore e rispetto l’uno dei confronti dell’altra.
“Fino all’ultima fila. Francesco De Gregori raccontato dal suo pubblico” è il risultato di un viaggio sulle orme del Principe, che l’autrice ha iniziato quando era adolescente. Mariateresa Franza racconta se stessa, il suo rapporto con la musica e, in particolare, con De Gregori. Mostra spaccati inediti della sua storia. Un diario che la docente universitaria originaria di Nocera Inferiore apre ad altri fan, al pubblico di De Gregori. Ognuno, con scritti brevi o più lunghi, racconta l’incontro con il cantautore. A impreziosire il racconto di Franza e di tanti fan del Principe è Guido Guglielminetti. Il bassista, il capobanda di De Gregori come lo stesso cantautore l’ha ribattezzato, firma la prefazione del volume, scrivendo: “Un libro molto interessante e piacevole, che mi aiuta a capire quanto l’opera di De Gregori sia stata e sia ancora importante per tutti noi e quanto lo sia la poesia, la musica, la canzone italiana. Quanto il nostro patrimonio immateriale sia da difendere e da conservare”.
Altri protagonisti della serata il poeta napoletano Giuseppe Scognamiglio con il suo “Zittu zit (dialoghi nel silenzio)”, edito da Terra del Sole; Marco e Luca Casaburi che in 4 minuti racconteranno, con immagini, il loro viaggio attraverso l’Alta Via dei Monti Lattari che cinge lo splendore della Costa d’Amalfi.
La XVI edizione di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo, apertasi il 27 maggio a bordo della motonave Uragano della Travelmar anche con la cerimonia di gemellaggio con l’Associazione “Impronte Poetiche”, che sul Molo Marcina sarà protagonista di una “Guerrilla Poetica!” a sorpresa, sancirà un ulteriore gemellaggio con il “Premio Scudo” di Chianciano Terme, promosso dall’Associazione “SicurArt”: una vera e propria anteprima della seconda edizione di un evento che si celebrerà l’8 ottobre in terra di Val di Chiana, nel senese toscano. Al Molo Marcina interverranno Arianna Gallo e Guido Albucci, promotori del Premio Scudo, con un messaggio video di saluti del sindaco di Chianciano Terme.
A completare il programma della serata la consegna del Premio ..incostieraamalfitana.it Marchio Italyalla Travelmar, e del Premio Otowell Cultura alla Vitruvio Entertainment.
SABATO 9 LUGLIOERRICORÚ LIVE@FOQUS| FONDAZIONE QUARTIERI SPAGNOLI
Conosco Enrico Russo da più di 15 anni, l’ho visto suonare tantissime volte. Apprezzo da sempre il suo stile e la sua musica. Sono felice di questo suo nuovo progetto e di questo evento.
Sabato 9 luglio ore 20.30 Erricorù (ingresso gratuito) aprirà ufficialmente il suo tour estivo dal palco della FOQUS | Fondazione quartieri spagnoli, presentando per la prima volta al pubblico il suo primo EP Costruzioni Terapeutiche vol.1, pubblicato per l’etichetta Monkey Music, registrato in presa diretta tra gli Apogeo Records e il Kokoro Studio e missato e masterizzato da Diego Olimpo. E’ un artigiano della musica Erricorù, porta con sé la sua storia di architetto nel pensare armonie e melodie come una serie di razionali equilibri, ma conserva un’intensa introspezione nello scavarsi dentro, interrogando le sue emozioni alla ricerca della parola evocativa. E’ così che la canzone viene composta, alzata “come un palazzo”, pezzo dopo pezzo.
Il suo primo video dall’omonimo brano “Respirare” ha superato le 10.000 visualizzazioni (https://www.youtube.com/watch?v=3q1Dm02mq9Y) .
Il videoclip, ideato, diretto e realizzato dalla sezione audio-video dell’Atelier Multimediale (www.ateliermultimediale.it), con le foto di scena di Alex Mai, è stato girato tra Ischia e Bagnoli. Protagonista l’attore e regista Leonardo Bilardi, con la partecipazione straordinaria di Alice Valentino, Francesca Impagliazzo e Alessandra Bovino. Nel video s’intercetta la storia di un uomo e due donne che sono legati ma non riescono ad amare. Le relazioni tra i personaggi vivono un senso di continuità che intreccia passato, presente e futuro attraverso un gesto, uno sguardo o attraverso il mare stesso, che nelle sue infinite trasformazioni rende corpo unico isole e terre lontane.
Già chitarrista e compositore delle musiche della band Metaverso, Erricorù conserva la sua anima rock con un’importante contaminazione elettrica; un chitarrismo molto originale che mescola tra loro rock, grunge, classico napoletano, atmosfere cantautorali, portando l’ascoltatore in spazi ampi, con echi e tempi sospesi. Nei pezzi di Costruzioni Terapeutiche, la voce è, per scelta stilistica, uno strumento tra gli altri, che si mescola con le armonie senza per forza uscire fuori. Hanno collaborato alla realizzazione del’EP: Giampiero Fusco – batteria e arrangiamenti, Daniele Cannavacciuolo – basso e arrangiamenti, Alberto Pascale – batteria, Giulio Palumbo – basso, Luciano Mirra – basso e arrangiamenti.
Seguirà l’apertura di Erricorù il concerto di Flora per un set acustico insieme al chitarrista Alberto Curtis.
XXVI Edizione del Premio Letterario Internazionale EMILY DICKINSON
Mercoledì 8 giugno, alle ore 15.30, nel suggestivo scenario della chiesa di Sant’Erasmo presso Castel Sant’Elmo al Vomero, si terrà la manifestazione conclusiva della XXVI Edizione del Premio Letterario Internazionale “EMILY DICKINSON”.
Il Premio si articola in 7 sezioni: libro edito di narrativa o saggio edito; libro edito di poesie, anche in dialetto; libro o racconto inedito; silloge inedita; poesia inedita in lingua o in dialetto; sezione speciale riservata agli studenti; sezione speciale “Dott. Ing. Ruggiero Cenere”.
Tanti gli scrittori che hanno inviato le loro opere edite ed inedite a giudizio della commissione esaminatrice. Tra i premiati vi sono letterati provenienti da tutta Italia e dall’estero.
È stato istituito, inoltre, un riconoscimento nell’ambito dello stesso Premio a personalità del mondo della cultura e delle istituzioni che si sono distinte per meriti e per elevate doti umane. Quest’anno il riconoscimento andrà allo scrittore Maurizio De Giovanni ed al giornalista napoletano Marco Altore.
Ad organizzare il Premio “EMILY DICKINSON è l’omonima Associazione fondata e presieduta dalla scrittrice, docente e giornalista Carmela Politi Cenere: «Il premio rappresenta un punto di osservazione per la letteratura ed anche un’occasione per l’economia locale ospitando scrittori provenienti da ogni parte. I riconoscimenti speciali sono stati individuati tenendo conto dell’etica e della morale dei premiati nell’ambito della loro attività professionale. Gli scrittori sono stati premiati in base alla qualità del lavoro presentato e la scelta non è stata semplice perché i lavori pervenuti erano davvero tanti e di alto livello».
Alla manifestazione conclusiva della XXVI Edizione del Premio Letterario Internazionale “EMILY DICKINSON” sono stati invitati anche il presidente della Regione Campania, Onorevole Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, e la presidente della V Municipalità Clementina Cozzolino.
Il Festival “PozzuoliCoolturale” conquista il Rione Terra
Emozioni. Cultura. Passione e condivisione. Lo scenario era da cartolina, quello del Rione Terra. Gli ospiti e l’organizzazione di altissimo livello. Il successo, dopo questa tre giorni, di pubblico e contenuti, è stato evidente.
Si è chiuso domenica sera il sipario del PozzuoliCoolturale, il Festival del Libro organizzato dall’Assessore al Turismo ed alla Cultura del Comune di Pozzuoli, Stefania De Fraia, curato e diretto dal giornalista-autore Jacopo Di Bonito.
Io ringrazio entrambi di cuore. Per avermi dato un compito importante, quello di moderatore di gran parte della manifestazione, e per avermi permesso di condividere il palco con nomi di assoluto spesso nel panorama culturale italiano.
Si è partiti venerdì mattina con l’emozionante partecipazione del Prof. Umberto Galimberti, una delle menti più interessanti degli ultimi anni, che ha tenuto tutti a lezione per oltre due ore. Un incontro che, nonostante la giornata particolarmente rovente, ha visto la partecipazione di centinaia di persone accorse da varie zone della Campania per ascoltare le parole del Professore. “È un evento meraviglioso ed io sono entusiasta di aver inaugurato questa prima edizione del Festival PozzuoliCoolturale. Ho scoperto una città vivace ed una location magica”, ha dichiarato Umberto Galimberti a margine dell’evento e poco prima di fermarsi per un rigorosissimo ed appassionato firma copie.
Dalla filosofia alla musica il passo è stato breve, con “La Maschera” che venerdì sera ha richiamato tantissimi fan accorsi per lo showcase dell’ultimo disco “Sotto chi tene core”. Il sabato è stata la volta di Procida Capitale della Cultura, con un’intera programmazione dedicata all’isola ed aperta da un incontro istituzionale tra i delegati alla cultura dei due comuni. Sul palco il fotografo Sergio Siano, Martin Rua e tanti altri.
Densa di magia l’esibizione degli Ars Nova Napoli, il gruppo partenopeo che per oltre due ore ha fatto cantare un Rione Terra sold out. Domenica è stata la volta dell’identità con Pino Imperatore e Nino Daniele ospiti di eccezione.
Mostre, esposizioni di artisti flegrei e laboratori hanno reso PozzuoliCoolturale un contenitore culturale elegante e vivace, che in molti sperano possa trasformarsi in un appuntamento fisso per la città di Pozzuoli.
Che dire, speriamo di rivivere un appuntamento simile il prossimo anno!
FESTIVAL “POZZUOLICOOLTURALE”, AL RIONE TERRA ARRIVA IL PROF. GALIMBERTI
Questo Weekend a Pozzuoli un Festival del Libro, della cultura, della musica. Quando l’amico scrittore e giornalista Jacopo di Bonito me ne parlò, qualche mese fa, mi sembrò subito una cosa bella, necessaria. Questo festival oggi è realtà, un evento gratuito in uno dei luoghi più belli di Napoli, il Rione Terra di Pozzuoli, e io avrò il piacere di partecipare e dialogare con numerosi autori presenti su questo palco durante questi 3 giorni.
Seminari, laboratori, incontri, presentazioni, live music e showcase. Ed ancora mostre, esposizioni e gazebo culturali. È questo il programma del Festival del Libro “PozzuoliCoolturale” che si terrà dal 20 al 22 maggio (ogni giorno dalle 11.00 alle 22.00) all’interno della suggestiva rocca del Rione Terra. Una tre giorni fortemente voluta dall’Assessore al Turismo e alla Cultura del Comune di Pozzuoli, l’avv. Stefania De Fraia.
Sul palco di “PozzuoliCoolturale” saliranno scrittori,
artisti, autori e musicisti. L’apertura sarà affidata ad un nome d’eccezione,
il prof. Umberto Galimberti, uno dei pensatori più interessanti del
panorama culturale europeo. Spazio anche per la musica con l’attesissimo
showcase de La Maschera ed il live degli Ars Nova. Sul palco anche
Pino Imperatore, Lavinia Petti, Martin Rua, Nino Daniele, Sergio Siano e tanti
altri. (Qui il programma completo https://fb.me/e/1hsAa807g)
Inclusione (20/5)-Isola (21/5)-Identità(22/5) saranno le tre tematiche
intorno alle quali si struttureranno gli interventi degli ospiti, con
l’obiettivo di creare un proficuo spazio di riflessione in città. La seconda
giornata (Isola) sarà interamente dedicata a Procida Capitale della Cultura,
per ribadire con ancora più forza quel legame che c’è tra Pozzuoli e all’isola
flegrea.
All’interno dei gazebo culturali ci saranno mostre e verranno effettuati laboratori per grandi e piccoli. Grazie ad un accordo tra l’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Pozzuoli ed il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, tutti coloro che saranno in possesso del segnalibro di PozzuoliCoolturale (distribuito durante la manifestazione) e di un libro, potranno accedere gratis al Parco Archeologico di Cuma ed al Macellum di Pozzuoli per i giorni 21 e 22 maggio.
Curatore e direttore artistico della manifestazione, il giornalista/autore Jacopo Di Bonito.
L’ingresso sarà libero, fino ad esaurimento posti, per l’intera manifestazione.