L’archeologia dell’amore – Cătălin Pavel
Bestseller in Romania, questo saggio atipico pubblicato in Italia da Neo Edizioni a fine aprile, è davvero un libro sorprendente. Nell’ottima traduzione dal rumeno di Bruno Mazzoni, “L’archeologia dell’amore” è un libro scritto dall’archeologo Cătălin Pavel, che intende indagare le relazioni amorose a partire dai ritrovamenti archeologici di tutto il mondo.
L’autore è un brillante divulgatore che riesce, in queste pagine, a raccontare l’amore e le relazioni di tutte le epoche, partendo dai resti archeologici: dalla preistoria al 900. Ma il libro ha un linguaggio accessibile a tutti, divulgativo e anzi molto ironico, cosa atipica per una comunicazione – quella archeologica – spesso polverosa e molto tecnica.
Abbiamo qui invece un’alternanza tra approccio scientifico e riflessioni personali. La scrittura è fresca, originale per un saggio di questo tipo. Il tono leggero non svilisce la materia, anzi la arricchisce con particolari e spunti contemporanei.
Ecco degli esempi:
“La coppia-prototipo della bellezza, Afrodite e Adone, è una specie di Brad Pitt e Angelina Jolie della stampa mitologica sensazionalistica.”
“Che alcuni autori abbiano una vena lirica è fuor di dubbio: i più tranquilli desiderano di tutto cuore che Sabina mantenga per sempre la sua bellezza adolescenziale, mentre altri sperano che un’altra tipa di Pompei rimanga “culibonia” (“con un bel culo”), e un tizio di Roma è descritto, pasolinianamente, come “culipetrus” (“col culo duro come pietra”).”
“Sembra tuttavia che la maggior parte degli uomini che scelgono di condividere con la città dettagli della loro vita preferiscono iscrizioni commemorative più esplicite, e ne troviamo parecchie a Pompei. Una dice: “Ho scopato qui il 14 agosto – e il 20 agosto”; in un altro punto: “Mi sono fottuta l’ostessa” (“futui coponam”). Qualcuno medita: “Nymphe l’ho fottuta; Amomus l’ho fottuta; Perennis l’ho fottuto”. Non sono le frasi di un grande scrittore, ma di qualcuno che stila un elenco di vittorie (le prime due femminili, la terza maschile).”
Non sorprende dunque che questo libro sia un bestseller in Romania, perché è in grado con sapienza di indagare il nostro passato, i miti, le iscrizioni, la storia per raccontare con scientificità e originalità, i rapporti d’amore. Attraversando le ere geologiche e i confini geografici. Dal Taj Mahal all’antica Pompei coi suoi graffiti immortalati nell’eternità dall’eruzione del Vesuvio, passando per l’uomo di Neanderthal e il Sapiens, la Prima Guerra Mondiale e il Mausoleo di Alicarnasso. Arrivando addirittura, nella modernità, a parlare di “due distinte figure femminili il cui contributo all’archeologia non è stato valutato a sufficienza. Gertrude Bell […] la donna più potente dell’Impero Britannico al tempo della Prima Guerra Mondiale, tant’è che lei non solo ha messo Faisal sul trono dell’Iraq, ma ha pubblicato importanti monografie su Binbirkilise e altri siti orientali” E “Agatha Christie […] finita nel mondo dell’archeologia senza averne colpa, solo perché ha sposato nel 1930 un archeologo che aveva conosciuto a Ur, in Mesopotamia.
Lo stesso Pavel scrive nel volume, in modo chiaro, i suoi intenti: “Ricostruire i nostri sentimenti partendo dai resti del passato. Nella preistoria, dove mancano fonti scritte, l’archeologia è l’unico modo – buono o cattivo che sia – per capire cosa accade a una coppia. In quale altro modo possiamo scoprire quanto ci sia vicino un anonimo abbraccio dell’Età del Ferro?”.
Questo libro è davvero un unicum nel suo genere. Archeologia raccontata con un taglio divulgativo e una scrittura accessibile a tutti. Davvero una piacevole scoperta.