Fiori dell’Hammada a Pozzuoli
Segnalo con piacere il libro di un amico scrittore.
Oggi pomeriggio alle 18:30 presso Phlegraea Socialbookbar si presenta Fiori dell’Hammada di Ciro Linardo. Ecco cosa scrive su Facebook, andateci:
Dovrete aiutarmi a costruire un ponte, una lunghissima costruzione virtuale che attraversi mare e monti, città e deserti, paesi e continenti.
Un ponte arcobaleno che ha lo scopo di divulgare la causa #saharawi , di accendere un faro su una guerra in atto che i media internazionali ignorano, di parlare di diritti civili negati e di torture subite dai martiri saharawi rinchiusi nelle carceri marocchine.
Il tutto sotto gli occhi ciechi dell’Onu.
Non chiediamoci cosa possiamo fare per provare a salvare il Mondo, non trinceriamoci nelle nostre gabbie dorate.
Aprite la porta di casa oggi pomeriggio e venite con me in piazza a Pozzuoli a sentire la storia di un Popolo fiero e degno, che combatte per il diritto all’autodeterminazione perché i saharawi rappresentano l’ultima colonia d’Africa.


ABBÀ PADRE DI ROBERTO BATTESTINI – NEO EDIZIONI
La casa editrice Neo Edizioni, con la sua collana di fumetti inaugurata un anno fa, non sta sbagliando un colpo. La conferma arriva con questo Abbà Padre, sofferta e stratificata autobiografia dell’autore Roberto Battestini, uscito a inizio novembre.
Il volume, che è un graphic novel dal tratto molto bello e dai colori delicati, appassiona sia per la trama che per lo stile. La storia è, in breve, il racconto autobiografico della famiglia dell’autore, la “Banda Battestini” una banda criminale nata a Pescara e attiva dalla fine degli anni 70 all’inizio degli anni 80.
L’autore ci parla della sua vita: l’infanzia, l’adolescenza, la maturità. Di Rolando e Pasquale, i suoi fratelli e membri della Banda. Ma soprattutto Roberto Battestini in Abbà Padre riflette sul proprio rapporto con il padre, una figura ambigua e sfuggente e, soprattutto, patriarca di questa famiglia dal vissuto così tragico.
Si tratta a tutti gli effetti di una sorta di sofferta, delicata e a tratti addirittura ironica autoanalisi a fumetti. L’autore mescola diversi piani e toni, regalando un lirico racconto familiare.





Variazioni senza tema di Manlio Santanelli
Il ritorno in libreria dello scrittore e drammaturgo Manlio Santanelli è segnato da un’antologia dedicata alla luna e ai lunatici edita da Caracó, che s’intitola Variazioni senza tema.
La presentazione venerdì 18 novembre alle 18 a Napoli al Teatro San Ferdinando, modera la giornalista e autrice Katia Ippaso, letture di Antonella Morea, Stefano Jotti e Fabio Cocifoglia.
La prefazione è stata scritta da Maria Teresa Chialant, i dieci racconti sono stati illustrati da Carmine Luino e le opere d’arte saranno in mostra al Teatro San Ferdinando fino al 6 gennaio.
Dieci racconti tra il grottesco e il surreale, che convergono in dieci strade che partono da una “piazza della divaganza”.
«Sono storie che raccontano una doppia realtà – spiega Santanelli – laddove i protagonisti nascondono o travestono aspetti della loro vita e del loro passato ricorrendo a storie fantastiche, che impediscono al lettore di riconoscere il confine tra realtà e fantasia». Ogni trama si trasforma in un viaggio di cui è certa la partenza ma non l’arrivo, che è sempre governata dall’imprevedibile, con uno stile personalissimo che coniuga scrittura teatrale e pura narrazione.
«Già il titolo Variazioni senza tema – scrive Chialant – indica la propensione dell’autore al gioco linguistico, non fine a sè stesso ma come una sfida a frasi fatte e a espressioni idiomatiche consolidate, proponendone di nuove, nelle quali la seconda metà dell’enunciato contraddice quanto ci si aspetta dalla prima, così sfatando luoghi comuni e producendo un effetto di straniamento».
L’ironia e il gusto a giocare con la lingua divertono chi legge e nel contempo propongono riflessioni profonde sulle bizzarrie e le insensatezze dei comportamenti umani.
La mostra “Dieci racconti X Dieci illustrazioni” curata da Carmine Luino è chiaro e scuro, pieno e vuoto, colore e buio. «Bellezza e forma, gli scritti di Santanelli – spiega Luino – sono per un illustratore una fonte inesauribile di invenzione. Onorato e divertito nell’interagire con una parola che, in questo caso, vale più di mille immagini».
Caracò ha già pubblicato il testo di Santanelli, La Venere dei terremoti (2012).
«Per noi, casa editrice con un pezzo di cuore a Napoli – commenta Alessandro Gallo – ritornare a pubblicare Santanelli significa stringere ancora le mani sulle nostre radici storiche, antropologiche e soprattutto culturali. Manlio per noi è stato e sarà ancora una bussola che ci ha permesso, come i personaggi di questa sua ultima opera, di farci giocare, riflettere, amare anche, le tante e troppe contraddizioni umane».
Variazioni senza tema di Manlio Santanelli, un’antologia dedicata alla luna e ai lunatici
Vi sono raccolte di racconti nelle quali gli elementi che le compongono hanno fra loro una sorta di familiarità: In questa raccolta intitolata Variazioni senza tema i racconti in essa contenuti non si conoscono per niente, e se si incontrano non si salutano. Ma c’è da sperare che vivendo assieme nello stesso volume, in futuro potranno stabilire fra loro una civile convivenza.
Manlio Santanelli
