Archivio mensile 25 Ottobre 2017

“La ragazza della fontana”

Stamattina la nebbia che avvolgeva Napoli non prometteva nulla di buono. E invece…
Ho appena sentito le ragazze di Scrittura & Scritture. Precise e puntuali, come sempre, mi hanno aggiornato sul libro. E mentre Vincenza mi ha comunicato via email di aver fissato le prime due presentazioni, Chantal ha esordito dicendomi “il libro è andato in stampa”.
“La ragazza della fontana” uscirà allora per la metà di novembre e nei prossimi giorni sveleremo tutto, anche le prime tappe. Devo ammetterlo, non ero pronto. Troppe emozioni tutte insieme, e stasera c’è pure la Champions.

La scuola è il nostro passaporto per il futuro

Ieri ero in macchina, bloccato nel traffico di prima mattina. Confusione, motorini che sfrecciano ovunque, il tipico caos di Napoli. Davanti a una scuola media del Centro storico c’era il tipico viavai delle 7.30, attraversamenti sbilenchi sulle strisce pedonali, capannelli di ragazzini assonnati, qualche risata sguaiata, grida allegre in attesa della prima ora di lezione.

Bloccato nel traffico mi sono fermato a guardare le facce sorridenti di tutti questi ragazzini, i baffetti leggeri sui volti di alcuni maschietti, la prima femminilità pronta a sbocciare nelle ragazze. L’entusiasmo di chi è ancora giovane, il divertimento di chi ancora sa così poco della vita, di come vanno le cose nel mondo.

E la cosa che mi ha colpito di più è stata la differenza nei tratti di tutti quei volti: visi cinesi dagli occhi tirati, indiani dalla pelle più scura, alcuni bimbi nordafricani, molti parlavano in napoletano. Una mescolanza allegra e festante, una gioia per gli occhi. Ragazzini che interagiscono e si confrontano ancora senza barriere e preconcetti, senza tutti quei problemi che ci creiamo noi, senza l’odio e alle discriminazioni velate o evidenti che caratterizzano i comportamenti di molti adulti.

Intanto pensavo allo ius soli, agli scontri per la casa occupata abusivamente e data agli immigrati a Roma. A quelli di “aiutiamoli a casa loro”, a quelli di “vengono a rubarci il lavoro”. A Forza Nuova, a casa Pound.
Pensavo che i bimbi, in fondo, non conoscono il razzismo. E che da loro abbiamo tanto da imparare.