Archivio mensile 25 Giugno 2019

Modiano, I viali di circonvallazione

“Per l’arte con la quale ha evocato i destini umani più inesplicabili e scoperto il mondo della vita nel tempo dell’occupazione».

Con questa motivazione Patrick Modiano ha vinto il Nobel nel 2014. Ritroviamo tutti gli elementi presenti in questa breve descrizione della sua opera, già nel romanzo Viali di Circonvallazione, uscito per Gallimard nel 1972, premio dell’Académie Francaise dello stesso anno.

È la storia di un figlio alla ricerca di un padre, durante l’occupazione tedesca di Parigi. Sono tanti personaggi che popolano l’opera, che si apre con una suggestiva descrizione di una foto. È questo quello che rimane al figlio che cerca suo padre, una foto di gruppo, un padre corpulento circondato da personaggi ambigui, all’interno di un bar. Da questa foto scoperta per caso sul fondo del cassetto parte la ricerca, sofferta, del protagonista, la ricerca di questo padre che ha cambiato vita, è andato via e in 10 anni ha dimenticato tutto, anche suo figlio. O forse fa finta?

Misterioso e struggente, questa opera giovanile di Modiano riesce ad appassionare e a sorprendere per quei temi che sono così cari all’autore, e già appaiono quindi in questo romanzo breve scritto neanche a trenta anni. Il rapporto con il padre, così complesso e stratificato, il rapporto con il passato e la memoria, così fuggevole e fallace. E sullo sfondo la Parigi non splendida e ricca, ma cupa e asfissiante, fatta di bar periferici mal frequentati e i viali di circonvallazione che, ricordati nel titolo, ospitano le passeggiate tra questo padre e questo figlio che si rincontrano e si studiano, dopo 10 anni. Perché mi hai abbandonato, padre? Sembra voler chiedere il giovane uomo al suo genitore. Perché hai preferito una vita squallida con compagnie discutibili, a me?

Ma il padre è sempre stato un falsario, ha sempre finto e finge anche ora. Non è dato sapere perché questo uomo corpulento e piegato dalla vita abbia compiuto queste scelte, abbia scelto mediocri amicizie, si circondi ora di persone che sembrano odiarlo, o quantomeno disprezzarlo.

Ma a poco a poco i due sembrano riavvicinarsi, o forse no. I confini sono così poco netti in questo piccolo romanzo che in fondo sembra un unico, grande sogno. E si conclude con domande che non hanno risposte, con enigmi impossibili da sciogliere. Perché l’amore per un figlio per un padre è alle volte un enigma, sofferto, insondabile, che non può essere spiegato, ma soltanto vissuto.

Paolo Zardi, La Gente non esiste – Neo Edizioni

Ho letto con piacere il nuovo libro di racconti di Paolo Zardi, che seguo da tempo.

Dall’esordio, si può dire, quando a una delle prime fiere del libro a cui partecipai conobbi i ragazzi di Neo Edizioni e iniziai ad apprezzare i loro libri. Dopo Antropometria e Il giorno che diventammo umani, ho letto con piacere questa nuova raccolta.

27 racconti che descrivono piccoli e grandi momenti di straziante e banale quotidianità. Uomini soli che ricevono una mail e si innamorano di donne lontane, probabilmente inesistenti, ma che fanno compagnia; donne a mare, nell’aria calda dell’estate e alla ricerca dell’amore; ragazze sole e irrequiete, come i loro figli che litigano con altri bambini, al parco; malate terminali alla ricerca di Dio; famiglie in cui l’Alzheimer ha scombussolato priorità e rapporti. E ancora: ragazzi omosessuali che hanno denunciato i genitori, ragazzini che litigano e cercano il loro posto del mondo, uomini e donne alla ricerca di sesso e compagnia, vecchi compagni dell’adolescenza che si rincontrano 30 anni dopo e si scoprono semplicemente invecchiati.

Lo dico senza esitazione, per me Paolo Zardi si conferma uno dei più convincenti scrittori italiani di racconti.

 

La recensione su Econote.

Richard Ford, Tra loro – Feltrinelli

Il vecchio caro Ford affronta uno dei temi più difficili e impegnativi: il racconto del proprio passato, la storia dei genitori. Due memoriali scritti a 30 anni di distanza l’uno dall’altro. Quello sulla mamma scritto nell’81, quasi di getto, subito dopo la sua morte, quello sul papà nel 2015, con un maggiore sforzo di memoria, forse romanzandolo un po’ di più.
I momenti più importanti nella vita spesso non vengono notati dagli altri. Sono le piccole cose, i gesti banali, a restare impressi, a comporre la storia del nostro passato, il libro dei nostri ricordi, che ci portiamo dentro e che alcuni scrittori possono decidere di condividere, donandolo ai lettori. 


“Il futuro è imprevedibile e pericoloso, ma le vite dei nostri genitori ci confermano e ci aiutano a distinguerci” dice Ford nella postfazione. Pura verità.
La testimonianza di Ford, di cui ho letto alcuni romanzi, i suoi più importanti (Sportswriters, Il giorno dell’indipendenza, Infiniti peccati), è bella perché sincera, a tratti commovente nel modo in cui apre il cassetto della memoria per riversarlo in questo piccolo ma potente libro. Due vite normali, quelle di Parker ed Edna, senza troppe pretese, che diventano speciali quando le racconta Ford. E lui in mezzo, tra loro appunto, a vivere un’infanzia meravigliosa.
La parte dedicata al padre mi è sembrata più “matura” e consapevole, quella dedicata alla mamma più emotiva e meno letteraria. Mi ha lasciato una sensazione difficile da decifrare, come se avessi sbirciato dal buco di una serratura, con il consenso di chi si trova all’interno della stanza.
Un libro intimo e importante.