Archivio mensile 28 Febbraio 2024

Una geografia dei legami e del dolore – Chiudi gli occhi, Nina di Paolo Mascheri

Un’ustione sulla testa di Andrea, da coprire con un cappello, che non va più via. È una cicatrice, che il protagonista del nuovo libro di Paolo Mascheri, si procura dopo essere caduto in un fuoco vivo, appiccato per bruciare sterpaglie durante il suo lavoro di giardiniere. Un segno indelebile, sulla sua testa, nella sua vita. Che lui porta con testardo orgoglio, in modo silenzioso, senza mostrare sofferenza. Questa cicatrice ci dice tanto sul protagonista di Chiudi gli occhi, Nina, un prezioso romanzo, delicato nella lingua, coraggioso nei temi e nella trama.

È il quarto libro per Mascheri, dopo Poliuretano (pendragon), Il Gregario (minimumfax), L’albero delle farfalle (pequod). È forse l’opera più audace e completa, dello scrittore toscano classe 1978.

In questo suo nuovo romanzo Mascheri ci parla di un rapporto padre-figliastra, scosso da un evento terribile. La morte della madre della ragazza. Andrea e Nina, i due protagonisti del libro, si trascinano nelle loro esistenze provando a trovare nuovamente il loro posto nel mondo, dopo essere rimasti soli. Andrea lavora come giardiniere, parla poco, sembra non sorridere mai, vive un’esistenza silenziosa, fatta di piccoli gesti importanti. Nina invece non è neanche ancora una adolescente, ha solo 11 anni, e si ritrova di colpo a crescere, con un lutto così importante sulle spalle.

Una morte, quella del giovane Medico Chiara, che ha ombre e lati oscuri, che solo Andrea e un collega della dottoressa conoscono. Sullo sfondo delle vite di Andrea e Nina si muovono altri personaggi, a completare un quadro a tinte fosche: la sorella di Chiara, così simile e così diversa da lei; il padre biologico della bambina, che ricompare all’improvviso con la sua nuova donna, dopo essere stato per anni assente, emigrato in Venezuela; il medico che per primo è arrivato sulla scena del decesso, che custodisce con Andrea un tremendo segreto; Melai, l’avvocato proprietario della grande villa in cui Andrea sta lavorando come giardiniere; Alma, la vicina di casa straniera, dolce, senza peli sulla lingua.

Ma i protagonisti sono loro, Andrea e Nina; i due brillano, si stagliano netti su questo sfondo toscano, fatto di tanto verde, grandi ville, esistenze anonime.

Mi alzo, con una mano accarezzo il tronco scorticato, controluce osservo le nervature delle foglie, la pagina vellutata.
«L’ho piantato appena siamo venuti a vivere qui con te e tua madre».
«Non me lo ricordo».
«Non puoi ricordartelo. È l’albero nazionale del Giappone. Là le famiglie lo piantano in onore di ogni figlia femmina».
«E tu l’hai piantato per me?»
«Sì, l’ho piantato per te».

Con la sua lingua netta e precisa Mascheri, quasi come in una sceneggiatura, ci porta al loro fianco, ci descrive e delinea questo complicato rapporto padre-figliastra. Quasi come in un The Road di McCarthyana memoria, ma senza l’apocalisse sullo sfondo, almeno non nel paesaggio.

Il romanzo sorprende per la delicatezza dei dialoghi, per la profondità psicologica dei personaggi, che come spesso accade nelle storie dell’autore toscano, sembrano spesso comportarsi come animali selvaggi. Muti, testardi, compiono azioni – come quella di un momento di sesso occasionale, o ancora una scenata di rabbia, o un momento di tenera complicità – come guidati da istinti innati, impossibili da celare o mandare a fondo. Ancora, forte e importante come già nel precedente Albero delle Farfalle, appare il rapporto dei personaggi con la terra, il verde, la natura, le piante. In questo caso, addirittura, il protagonista è un giardiniere, che sembra prendere decisioni molto più sagge e mature con fiori e arbusti, che nella sua vita. Ancora una volta, un profondo e viscerale rapporto genitori figli, anche se in questo caso non si tratta di puro legame di sangue. Ma, mai come questa volta, possiamo tranquillamente citare il detto “i figli sono di chi se li cresce”.

Complimenti a Mascheri per questo nuovo, importante lavoro. È ancora una volta la sua, una voce originale e personale nel panorama letterario italiano. Per raccontare una storia di amore paterno, una famiglia non convenzionale, una rivoluzione interiore e tracciare le coordinate di queste vite normali, sconvolte da eventi imprevisti, ci vuole una grande padronanza dei mezzi di scrittura. Ci vuole equilibrio, ci vuole esperienza. E Mascheri riesce a fare propria la lezione del minimalismo americano, attualizzandola e rendendola del tutto personale, con una tenerezza e un lirismo sorprendenti. “Una geografia dei legami e del dolore profondamente delicata e vera, con riserbo e realismo, un microcosmo popolato da pochi personaggi essenziali raccontati con estrema sensibilità e consapevolezza” come racchiuso in poche parole nella bandella di questa pregevole edizione per la collana Place D’Italie di Edizioni Clichy.

Esce oggi – “Romanzo di crinale” di Silvano Scaruffi 

“Un romanzo di crinale, terroso nella lingua e nell’impasto, e l’oscuro progresso che investe
una comunità scalcagnata, che in queste terre ha radici antiche e ci si aggrappa come le rocce alla montagna madre”


Strambi figuri abitano un piccolo paese dell’Appennino più remoto. C’è Bunga che va in giro con un verme dentro un vaso di vetro dicendo che quello è il capostipite della famiglia, e guai a chi lo tocca, c’è Brasco che tiene il bar, e Romma e Burasca che del bar sono frequentatori assidui. Poi c’è la Viola che ha sposato Ginasio e la Flora dei Verduga che osserva sempre Ginasio dormire sotto un ciliegio mentre sogna il futuro.

Intanto è arrivata la SIO, la società che sta costruendo il Parko, i terreni vengono espropriati e dalle profondità arrivano misteriose scosse. E c’è Bestio, che sottoterra ci abita, e vede. Il gergo dei personaggi e una scrittura crepitante che gli va dietro, in un racconto di paese che diventa una storia di riscatto dall’epica balzana, a tratti feroce.
“C’è un gruppo di case, ammucchiato su un rivone, streminato lassù dalla mano di un seminatore distratto. E intorno, monti a raggera. Un ghippo appenninico dove l’aria sa di frontiera, la terra di colonizzazione, le persone di deriva.”


Silvano Scaruffi vive a Ligonchio (Reggio Emilia) e fa il guardia diga. I suoi ultimi romanzi sono L’incantatrice di vermi (Abao Aqu, 2019), Premio Monte Caio sezione Fuorisentiero, Lettere dal DietroMondo (Industria e Letteratura, 2022) e Armadgat (Abao Aqu, 2023). Da sempre fa reading e performance teatrali. Nel 2019 è stato invitato a New York per leggere in librerie, piazze, radio, un suo racconto inserito nel catalogo della libreria Printed Matter. Nel 2023 è stato a Reykjavik, ai Greenhouse Studios – gli stessi dei Sigur Rós ‒ per registrare il podcast Cani rabbiosi di cui è autore.

«𝐂𝐡𝐢𝐮𝐝𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢, 𝐍𝐢𝐧𝐚»

C’è Andrea, schivo e solitario, che cerca di sbarcare il lunario come giardiniere. E c’è Nina, la figlia che Chiara, ex compagna di Andrea, ha avuto da una relazione precedente.

Dopo la morte improvvisa di Chiara, sulle cui vere cause la figlia è all’oscuro, Andrea e Nina cercano di trovare un equilibrio nelle loro vite, una parvenza di normalità, rotta però dal ritorno del padre biologico di Nina dal Sudamerica e dalla sua volontà di recuperare il rapporto con la figlia, facendo temere ad Andrea di perderla per sempre.

Asciutto, poetico, intimo, sincero, potente: in «𝐂𝐡𝐢𝐮𝐝𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢, 𝐍𝐢𝐧𝐚» Paolo Mascheri, disegna una nuova geografia dei legami, raccontando attraverso pochi, essenziali, personaggi cosa eravamo e cosa siamo diventati oggi, con uno stile contemporaneo come pochi autori italiani di oggi sanno fare.

«𝐂𝐡𝐢𝐮𝐝𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢, 𝐍𝐢𝐧𝐚» esce a febbraio, il 21 per l’esattezza, in tutte le librerie e su edizioniclichy.it

Racconti dal Golfo, la collana di libri di Edizioni Graf pubblica il terzo volume scritto dallo stand-up comedian Davide DDL

Il libro verrà presentato il 6 febbraio allo Slash+ di Napoli (ore 18:30 in via Gemito 20) ed oltre all’autore saranno presenti ospiti speciali.
Continuano le pubblicazioni editoriali della collana “Racconti dal Golfo” curate dai tipi di Edizioni GRAF con il contributo della Regione Campania.La collana nasce con l’intento di offrire sguardi diversi su differenti aspetti della cultura di Napoli e la sua provincia: dalla passione calcistica esplosa con lo scudetto 2023 alla nuova comicità locale, passando per racconti introspettivi e spaccati culturali.Tutti i titoli della collana sono accomunati da una identità grafica peculiare che uniforma e allo stesso tempo contraddistingue le diverse uscite.

Il direttore editoriale di Edizioni GRAF Luciano Chirico ha scelto Davide DDL come terzo autore della collana. Il giovane e promettente autore e stand up comedian napoletano debutta con il suo primo libro dal titolo Caro* Diario… *Per colpa dell’inflazione introdotto dalla prefazione dell’amico e collega Vincenzo Comunale.”Il libro è un diario comico e surreale, un manuale di sopravvivenza per millenial, 10 racconti e 10 battute per raccontare il disagio di crescere tra il 1989 e oggi a Fuorigrotta (che comunque, sia chiaro, niente di così complesso non è che so’ cresciuto in Angola, nda). Tra l’altro, dato molto curioso, labandiera dell’Angola è la mia preferita in assoluto perché al centro ha un machete e il caricatore di un Kalashnikov (cioè capito il livello?)Insomma, ci sarà da ridere.Poi inizia il libro.”Con queste parole l’autore introduce la sua opera prima e aggiunge dettagli circa la genesi: “appena saputo dell’opportunità di pubblicare questi racconti mi sono subito messo all’opera per costruire una cornice alla storia e dei personaggi che, tornando, in modi sempre diversi, tra le varie storie, dessero un filo conduttore chiaro a questo libricino (preferisco chiamarlo così). Dentro ci sono un po’ di cose che per loro natura non erano adatte ad essere portate sul palco, ma perfette per essere lette in fila alle poste o aspettando la Cumana. Sono piccoli racconti comici ma in ognuno, forse anche involontariamente, c’è uno dei problemi principali di questa città e, su larga scala, del mondo in cui viviamo. Quando poi ho saputo che parte dei proventi sarebbe andata in beneficenza, ovviamente, ho subito avuto paura di finire come quella storia dei Pandori, ma in una scala economica più umile. Scherzi a parte, sostenere attività come lo Spartak San Gennaro e il calcio popolare, è fondamentale per dire da che parte si sta in una città che rischia di gentrificarsi in modo sempre più feroce, lasciando fuori da Napoli la sua vera gente.

Chi è Davide DDL:

Davide DDL nasce a Napoli nel Luglio del 1989. Studia Scienze Politiche e, laureatosi con 110&lode, inizia subito una carriera aderente al suo percorso di studi: restando disoccupato per alcuni anni. Nel 2018 inizia a fare Stand Up Comedy nel collettivo Allert Comedy.

Autore, comico e ghostwriter, finalista del Festival del Cabaret di Martina Franca 2021, si è esibito al ritiro della SSC Napoli a Dimaro nel 2023. Il 16 Agosto 2023 è stato onstage come spalla a Piazza Plebiscito a Napoli per il “Vincenzo Comunale Show”. A Ottobre 2023 è stato co-autore e co-presentatore di “Inoltrato Molte Volte” presso le Officine del Teatro San Carlo, format live con oltre 1200 spettatori complessivi nelle 4 date, finanziato dal Comune di Napoli e dalla Fondazione Teatro San Carlo. A Gennaio 2024 pubblica un volume comico dal titolo “Caro Diario” con Graf editore. Un suo monologo è su NowTV nel programma “Open Mic Tour” di Comedy Central.