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Domani esce il nuovo album dei Suonno d’ajere, live showcase a Napoli (5 aprile) e a seguire Roma (24 aprile) e Milano (16 maggio)

Dopo la pubblicazione dei singoli Fotografia” (guarda il video) e ” ‘E ggioche ‘e prestiggio “ (guarda il visual video) il trio Suonno D’Ajere, con la pubblicazione del nuovo album “nun v’annammurate”, continua il suo percorso artistico di esplorazione, recupero e rinnovamento del patrimonio canoro partenopeo. L’album sarà pubblicato il 5 aprile dall’etichetta discografica Italian World Beat

Con questo nuovo lavoro la band pone un ennesimo tassello al suo variegato mosaico sonoro realizzando un album di dieci tracce, tra inediti e rielaborazioni, con due special guest d’eccezione: Raiz e Le Sorelle Marinetti.

I tre giovani autori e musicisti hanno un amore smisurato per la forma canzone napoletana classica e da anni compiono un’accurata ricerca di brani degli ultimi tre secoli ripescando, dall’immenso repertorio a disposizione, armonie, melodie, pathos e ironia. 

Questo secondo album dei Suonno d’ Ajere verrà presentato dal vivo il giorno 5 aprile presso il Teatro della canzone napoletana Trianon-Viviani di Forcella, nel cuore antico di Napoli. 

Le prevendite sono attive al seguente link e i prezzi dei biglietti sono: Platea e Galleria di Platea 18,00+d.p. e Palchi di I, II e III Ordine 13,00+d.p. https://www.azzurroservice.net/biglietti/in-concerto-suonno-dajere-jgfty/


Dopo i prestigiosi live al WOMEX a Lisbona e al Babel Music XP a Marsiglia, “nun v’annammurate” verra’ presentato anche il 24 aprile a Roma in occasione del Festival Popolare Italiano presso il Museo degli Strumenti Musicali per poi inaugurare un nuovo tour internazionale, e il 16 maggio a Milano presso BIKO.

Irene Scarpato (voce), Marcello Smigliante Gentile (mandolino, mandola, mandoloncello, cori) e Gian Marco Libeccio (chitarra classica, chitarra elettrica, chitarra acustica, cori), provengono da esperienze musicali diverse ma insieme si sono immersi nelle più antiche tradizioni della canzone classica napoletana facendola propria, in maniera originale. Grazie a questo approccio i Suonno d’ Ajere, negli ultimi due anni, si sono consacrati come i nuovi  ambasciatori della canzone napoletana all’estero. 

L’Amore è il filo conduttore dell’intero album e parte da quello che la band prova per la canzone napoletana, con la sua lingua, le melodie, le espressioni, le vibrazioni che risiedono in essa e che influenza costantemente il lavoro di Irene, Gian Marco e Marcello. E’ spinti da questo amore che i Suonno d’ Ajere presentano anche i due inediti, con l’intenzione proseguire questa importante tradizione, che si dimostra attuale ed universale.

Track by track:

nun v’annammurate” è un titolo che prende spunto dal brano originale Munno Cane dell’autore Toto Toralbo. Ispirato alla famosissima storia di Filumena Marturano di Eduardo De Filippo, il brano è il racconto in prima persona di una delle tante Filumene della Napoli del dopoguerra, costretta a vendere il proprio corpo per sopravvivere. Il canto di una donna consapevole della sua scelta, determinata e innarrivabile: <<So’ chiammata Maleziosa, ma pe’ ll’uommene so’ ‘a sposa ca nun hanna maje spusato, nun v’annammurate>>. Attrice consumata e tormentata per la sua condizione, ma anche desiderosa di vivere la sua giovinezza, torna ogni sera sulla strada come sotto i riflettori di un palcoscenico, per andare in scena ancora una volta. Una canzone d’amore che spiana la strada agli altri nove brani del disco perché d’amore si canti! 

L’amore che infrange il giuramento, quello di Ammore Busciardo scritta nell’immediato dopoguerra, che si trasforma in un blues esaltato dalla voce di Raiz: <<Nun te si’ nchiusa cchiù dint’ ’o cunvento, nun te si’ fatta cchiù monaca santa…Che m’ ’o faciste a fa’ stu giuramento? Chello ca tu giuraste fuie nu cunto… Diciste: “Si fernesce chist’ammore, sultanto a Dio nce dongo chistu core!”>>

Un amore leggero dai toni ironici, quello tra una parigina e un napoletano ne Il Vesuvio a Parigi  (ospite il trio vocale delle Sorelle Marinetti), in cui l’innamorato sogna che la sua amata si trasferisca a Napoli per coronare il suo sogno d’amore: <<Sulle sponde della Senna m’aggio fatto chistu suonno, che la bella parisienne steva a Napule cu me. Nun diceva cchiù ”je t’aime”, me diceva “voglio a te”, ma scetanneme aggio ‘ntiso “mon cherie moi je t’aime, plus encore ici à Paris”>>

L’Amore drammatico di ‘A Gelusia: <<Damme ‘nu poco ‘adduóbbeco ‘int’ô vino, si ‘n’ato ammore dint’ô core tiene. E mentre sto durmenno a suonno chino, ‘nzuonno mme sonno ca mme vuó cchiù bene>>;

ancora quello comico di ‘E ggioche ‘e prestiggio: << E perciò nce l’ho detto a mia moglie, piccere’, tu cu me nun scherza’, quacche vota m’a filo, m’a squaglio, sparisce Scamorza e fernisce e mangia’ >> ma anche quello per le proprie origini, di Farfariello (Eduardo Migliaccio, fondatore della Neapolitan Macchietta) in ‘Mparame ‘a via d’ ‘a casa mia:<<Portame a casa mia, me voglio anda’ a cucca’, me ne so’ asciuto ajere non saccio cchiù addo’ sta. M’ha fatto male, i’ crere, quell’urtemo bicchiere. Chi m’empara pe’ cortesia ‘a via d’‘a casa mia>> o quello per la propria tradizione disposta sempre a prendere nuove forme in ‘O calippese napulitano, dove le strofe melodiche si contrappongono alle danze dei ritornelli. 

Il luogo tutt’ora principe dei rifugi degli amanti, Mergellina, che diventa musa ispiratrice <<Mare turchino, che vuo’ è destino, nu ’nnammurato t’ha dda benedi’, stucore mio durmeva a suonno chino, mo s’è scetato comme pò durmì, tutt’ ’e figliole belle ’e sta marina, vanno a ffa ’ammore abbascio Margellina>>.

L’amore come amicizia ambientato nella napoli dopo il terremoto dell’ottanta è quello del brano originale Fotografia, firmato Suonno d’Ajere. L’ironico e sprezzante rifiuto dell’amore in ‘A canzone d’o roccocò dove la donna cantante sbeffeggia gli uomini che la corteggiano; essi diventano dei ridicoli Orlando Furioso o Otello: <<Si tu si’ Orlando e famme nu piacere, ca nun ce vonno e spate d’ ‘e guerrieri, ‘o roccocò t’o mangi add’ ‘o dulciere, ma chillo nun s’arrenne, ma che vo’?>>

FESTA DELLA MAMMA: “Quanto bene mi vuoi?” – nuova uscita narrativa kids edizione Pensiero Creativo

“Quanto bene mi vuoi?” è il nuovo libro di narrativa illustrata per bambini edito dalla casa editrice campana Pensiero Creativo.

Il libro, scritto da Erica Beccalossi e illustrato da Gabriele Vergani, esce ufficialmente in tutte le librerie e store digitali il 16 aprile 2023 ma è già in pre-order sui siti del circuito libraio e sul sito della casa editrice ed agenzia creativa  https://agpensierocreativo.it/product-detail/productidn/2592129/quanto-bene-mi-vuoi

Il volume, tutto illustrato a colori, è un perfetto regalo per la Festa della Mamma!

Una lettura agile, frutto di un linguaggio semplice adatto ai bambini anche alle prime letture. Accattivanti e super colorate le illustrazioni.

Una storia tenera che pone al centro tutto l’amore filiale e il sempre speciale rapporto genitore e figlio. Cruciale la domanda che tutti i bambini hanno fatto almeno una volta “Quanto bene mi vuoi?” per scoprire che non c’è necessità di stabilire alcuna quantità perché l’amore non si calcola ma si dimostra.

Sinossi: Piccolo Merlo si sveglia un mattino e pone alla mamma la fatidica domanda “Quanto bene mi vuoi?”.

La mamma cerca la risposta più giusta attraverso dei paragoni sempre più elaborati e dei numeri sempre più alti, spingendo Merlino a partire per mirabolanti avventure in giro per il mondo, con lo scopo di verificare i totali dichiarati. Ma alla fine si scopre che la risposta corretta non necessita di alcun calcolo perché il bene non va quantificato, ma dimostrato ogni giorno.

Biografie:

Erica Beccalossi nasce nel 1990 a Gardone Val Trompia, ma cresce a Milano. 

Dopo il liceo classico, si iscrive alla facoltà di lettere e consegue la laurea magistrale in scienze dell’antichità. Lavora per quattro anni come organizzatrice teatrale a Mantova, dove tiene anche dei corsi di scrittura creativa per bambini nell’ambito di un festival di teatro urbano e nouveau cirque. Nel 2021 torna a Milano come docente di scuola media e continua a scrivere brevi testi e filastrocche per un pubblico di piccoli curiosi e di grandi ancora capaci di stupirsi, vincendo diversi premi e riconoscimenti in concorsi nazionali.

Gabriele Vergani, nato a Milano il 21-05-1986, in seguito al diploma ottenuto presso il Liceo Artistico U.Boccioni di Milano, ha potuto fare diverse esperienze che lo hanno portato a sviluppare il proprio interesse per il mondo dell’illustrazione. Nel 2012 inaugura la prima mostra personale incentrata sulla sperimentazione di diverse tecniche pittoriche. Parallelamente inizia un percorso che lo porterà a specializzarsi nella tecnica dell’acquarello e frequenta la Scuola Superiore d’Arti Applicate del Castello Sforzesco. Pubblica online una raccolta di acquarelli su un viaggio in Amazzonia, una miniserie di avventure di un gatto di nome Turbo e nel 2019 illustra il testo “L’Armata della Molucche” pubblicato da Festina Lente Edizioni. 

Titolo: Quanto bene mi vuoi?

Autore: Erica Beccalossi

Illustratore: Gabriele Vergani

Formato: 32 pagine illustrate, 19×19

ISBN: 9788894793918

Età di lettura: 3 – 6 anni

Prezzo: 10€

Silvano Scaruffi, Romanzo di Crinale

Sghembo e stralunato, come la lingua in cui è scritto, il nuovo libro della collana Iena pubblicato da Neo Edizioni, Romanzo di Crinale di Silvano Scaruffi, sembra raccontarci di terre e personaggi lontani, nel tempo e nello spazio, e invece è ben radicato in un piccolo paesino dell’appennino tosco-emiliano.

La splendida copertina, con un teschio di cervo su sfondo sabbia, sembra invece uscita dall’immaginario di Vinicio Capossela. E sono un po’ caposseliani, un po’ usciti da una canzone di Tom Waits cantata in emiliano, i tanti personaggi che abitano questo paesino, all’apparenza tranquillo, solo un po’ troppo alcolico.

Uscito qualche settimana fa per Neo, questo nuovo romanzo è sicuramente audace nella lingua, originale nella trama.

“C’è un gruppo di case, ammucchiato su un rivone, streminato lassù dalla mano di un seminatore distratto. E intorno, monti a raggera. Un ghippo appenninico dove l’aria sa di frontiera, la terra di colonizzazione, le persone di deriva.”

Silvano Scaruffi vive a Ligonchio (Reggio Emilia). I suoi ultimi romanzi sono L’incantatrice di vermi (Abao Aqu, 2019), Premio Monte Caio sezione Fuorisentiero, Lettere dal DietroMondo (Industria e Letteratura, 2022) e Armadgat (Abao Aqu, 2023). Da sempre fa reading e performance teatrali. Nel 2019 è stato invitato a New York per leggere in librerie, piazze, radio, un suo racconto inserito nel catalogo della libreria Printed Matter. Nel 2023 è stato a Reykjavik, ai Greenhouse Studios, per registrare il podcast Cani rabbiosi di cui è autore.

Una geografia dei legami e del dolore – Chiudi gli occhi, Nina di Paolo Mascheri

Un’ustione sulla testa di Andrea, da coprire con un cappello, che non va più via. È una cicatrice, che il protagonista del nuovo libro di Paolo Mascheri, si procura dopo essere caduto in un fuoco vivo, appiccato per bruciare sterpaglie durante il suo lavoro di giardiniere. Un segno indelebile, sulla sua testa, nella sua vita. Che lui porta con testardo orgoglio, in modo silenzioso, senza mostrare sofferenza. Questa cicatrice ci dice tanto sul protagonista di Chiudi gli occhi, Nina, un prezioso romanzo, delicato nella lingua, coraggioso nei temi e nella trama.

È il quarto libro per Mascheri, dopo Poliuretano (pendragon), Il Gregario (minimumfax), L’albero delle farfalle (pequod). È forse l’opera più audace e completa, dello scrittore toscano classe 1978.

In questo suo nuovo romanzo Mascheri ci parla di un rapporto padre-figliastra, scosso da un evento terribile. La morte della madre della ragazza. Andrea e Nina, i due protagonisti del libro, si trascinano nelle loro esistenze provando a trovare nuovamente il loro posto nel mondo, dopo essere rimasti soli. Andrea lavora come giardiniere, parla poco, sembra non sorridere mai, vive un’esistenza silenziosa, fatta di piccoli gesti importanti. Nina invece non è neanche ancora una adolescente, ha solo 11 anni, e si ritrova di colpo a crescere, con un lutto così importante sulle spalle.

Una morte, quella del giovane Medico Chiara, che ha ombre e lati oscuri, che solo Andrea e un collega della dottoressa conoscono. Sullo sfondo delle vite di Andrea e Nina si muovono altri personaggi, a completare un quadro a tinte fosche: la sorella di Chiara, così simile e così diversa da lei; il padre biologico della bambina, che ricompare all’improvviso con la sua nuova donna, dopo essere stato per anni assente, emigrato in Venezuela; il medico che per primo è arrivato sulla scena del decesso, che custodisce con Andrea un tremendo segreto; Melai, l’avvocato proprietario della grande villa in cui Andrea sta lavorando come giardiniere; Alma, la vicina di casa straniera, dolce, senza peli sulla lingua.

Ma i protagonisti sono loro, Andrea e Nina; i due brillano, si stagliano netti su questo sfondo toscano, fatto di tanto verde, grandi ville, esistenze anonime.

Mi alzo, con una mano accarezzo il tronco scorticato, controluce osservo le nervature delle foglie, la pagina vellutata.
«L’ho piantato appena siamo venuti a vivere qui con te e tua madre».
«Non me lo ricordo».
«Non puoi ricordartelo. È l’albero nazionale del Giappone. Là le famiglie lo piantano in onore di ogni figlia femmina».
«E tu l’hai piantato per me?»
«Sì, l’ho piantato per te».

Con la sua lingua netta e precisa Mascheri, quasi come in una sceneggiatura, ci porta al loro fianco, ci descrive e delinea questo complicato rapporto padre-figliastra. Quasi come in un The Road di McCarthyana memoria, ma senza l’apocalisse sullo sfondo, almeno non nel paesaggio.

Il romanzo sorprende per la delicatezza dei dialoghi, per la profondità psicologica dei personaggi, che come spesso accade nelle storie dell’autore toscano, sembrano spesso comportarsi come animali selvaggi. Muti, testardi, compiono azioni – come quella di un momento di sesso occasionale, o ancora una scenata di rabbia, o un momento di tenera complicità – come guidati da istinti innati, impossibili da celare o mandare a fondo. Ancora, forte e importante come già nel precedente Albero delle Farfalle, appare il rapporto dei personaggi con la terra, il verde, la natura, le piante. In questo caso, addirittura, il protagonista è un giardiniere, che sembra prendere decisioni molto più sagge e mature con fiori e arbusti, che nella sua vita. Ancora una volta, un profondo e viscerale rapporto genitori figli, anche se in questo caso non si tratta di puro legame di sangue. Ma, mai come questa volta, possiamo tranquillamente citare il detto “i figli sono di chi se li cresce”.

Complimenti a Mascheri per questo nuovo, importante lavoro. È ancora una volta la sua, una voce originale e personale nel panorama letterario italiano. Per raccontare una storia di amore paterno, una famiglia non convenzionale, una rivoluzione interiore e tracciare le coordinate di queste vite normali, sconvolte da eventi imprevisti, ci vuole una grande padronanza dei mezzi di scrittura. Ci vuole equilibrio, ci vuole esperienza. E Mascheri riesce a fare propria la lezione del minimalismo americano, attualizzandola e rendendola del tutto personale, con una tenerezza e un lirismo sorprendenti. “Una geografia dei legami e del dolore profondamente delicata e vera, con riserbo e realismo, un microcosmo popolato da pochi personaggi essenziali raccontati con estrema sensibilità e consapevolezza” come racchiuso in poche parole nella bandella di questa pregevole edizione per la collana Place D’Italie di Edizioni Clichy.

Esce oggi – “Romanzo di crinale” di Silvano Scaruffi 

“Un romanzo di crinale, terroso nella lingua e nell’impasto, e l’oscuro progresso che investe
una comunità scalcagnata, che in queste terre ha radici antiche e ci si aggrappa come le rocce alla montagna madre”


Strambi figuri abitano un piccolo paese dell’Appennino più remoto. C’è Bunga che va in giro con un verme dentro un vaso di vetro dicendo che quello è il capostipite della famiglia, e guai a chi lo tocca, c’è Brasco che tiene il bar, e Romma e Burasca che del bar sono frequentatori assidui. Poi c’è la Viola che ha sposato Ginasio e la Flora dei Verduga che osserva sempre Ginasio dormire sotto un ciliegio mentre sogna il futuro.

Intanto è arrivata la SIO, la società che sta costruendo il Parko, i terreni vengono espropriati e dalle profondità arrivano misteriose scosse. E c’è Bestio, che sottoterra ci abita, e vede. Il gergo dei personaggi e una scrittura crepitante che gli va dietro, in un racconto di paese che diventa una storia di riscatto dall’epica balzana, a tratti feroce.
“C’è un gruppo di case, ammucchiato su un rivone, streminato lassù dalla mano di un seminatore distratto. E intorno, monti a raggera. Un ghippo appenninico dove l’aria sa di frontiera, la terra di colonizzazione, le persone di deriva.”


Silvano Scaruffi vive a Ligonchio (Reggio Emilia) e fa il guardia diga. I suoi ultimi romanzi sono L’incantatrice di vermi (Abao Aqu, 2019), Premio Monte Caio sezione Fuorisentiero, Lettere dal DietroMondo (Industria e Letteratura, 2022) e Armadgat (Abao Aqu, 2023). Da sempre fa reading e performance teatrali. Nel 2019 è stato invitato a New York per leggere in librerie, piazze, radio, un suo racconto inserito nel catalogo della libreria Printed Matter. Nel 2023 è stato a Reykjavik, ai Greenhouse Studios – gli stessi dei Sigur Rós ‒ per registrare il podcast Cani rabbiosi di cui è autore.

«𝐂𝐡𝐢𝐮𝐝𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢, 𝐍𝐢𝐧𝐚»

C’è Andrea, schivo e solitario, che cerca di sbarcare il lunario come giardiniere. E c’è Nina, la figlia che Chiara, ex compagna di Andrea, ha avuto da una relazione precedente.

Dopo la morte improvvisa di Chiara, sulle cui vere cause la figlia è all’oscuro, Andrea e Nina cercano di trovare un equilibrio nelle loro vite, una parvenza di normalità, rotta però dal ritorno del padre biologico di Nina dal Sudamerica e dalla sua volontà di recuperare il rapporto con la figlia, facendo temere ad Andrea di perderla per sempre.

Asciutto, poetico, intimo, sincero, potente: in «𝐂𝐡𝐢𝐮𝐝𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢, 𝐍𝐢𝐧𝐚» Paolo Mascheri, disegna una nuova geografia dei legami, raccontando attraverso pochi, essenziali, personaggi cosa eravamo e cosa siamo diventati oggi, con uno stile contemporaneo come pochi autori italiani di oggi sanno fare.

«𝐂𝐡𝐢𝐮𝐝𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢, 𝐍𝐢𝐧𝐚» esce a febbraio, il 21 per l’esattezza, in tutte le librerie e su edizioniclichy.it

Racconti dal Golfo, la collana di libri di Edizioni Graf pubblica il terzo volume scritto dallo stand-up comedian Davide DDL

Il libro verrà presentato il 6 febbraio allo Slash+ di Napoli (ore 18:30 in via Gemito 20) ed oltre all’autore saranno presenti ospiti speciali.
Continuano le pubblicazioni editoriali della collana “Racconti dal Golfo” curate dai tipi di Edizioni GRAF con il contributo della Regione Campania.La collana nasce con l’intento di offrire sguardi diversi su differenti aspetti della cultura di Napoli e la sua provincia: dalla passione calcistica esplosa con lo scudetto 2023 alla nuova comicità locale, passando per racconti introspettivi e spaccati culturali.Tutti i titoli della collana sono accomunati da una identità grafica peculiare che uniforma e allo stesso tempo contraddistingue le diverse uscite.

Il direttore editoriale di Edizioni GRAF Luciano Chirico ha scelto Davide DDL come terzo autore della collana. Il giovane e promettente autore e stand up comedian napoletano debutta con il suo primo libro dal titolo Caro* Diario… *Per colpa dell’inflazione introdotto dalla prefazione dell’amico e collega Vincenzo Comunale.”Il libro è un diario comico e surreale, un manuale di sopravvivenza per millenial, 10 racconti e 10 battute per raccontare il disagio di crescere tra il 1989 e oggi a Fuorigrotta (che comunque, sia chiaro, niente di così complesso non è che so’ cresciuto in Angola, nda). Tra l’altro, dato molto curioso, labandiera dell’Angola è la mia preferita in assoluto perché al centro ha un machete e il caricatore di un Kalashnikov (cioè capito il livello?)Insomma, ci sarà da ridere.Poi inizia il libro.”Con queste parole l’autore introduce la sua opera prima e aggiunge dettagli circa la genesi: “appena saputo dell’opportunità di pubblicare questi racconti mi sono subito messo all’opera per costruire una cornice alla storia e dei personaggi che, tornando, in modi sempre diversi, tra le varie storie, dessero un filo conduttore chiaro a questo libricino (preferisco chiamarlo così). Dentro ci sono un po’ di cose che per loro natura non erano adatte ad essere portate sul palco, ma perfette per essere lette in fila alle poste o aspettando la Cumana. Sono piccoli racconti comici ma in ognuno, forse anche involontariamente, c’è uno dei problemi principali di questa città e, su larga scala, del mondo in cui viviamo. Quando poi ho saputo che parte dei proventi sarebbe andata in beneficenza, ovviamente, ho subito avuto paura di finire come quella storia dei Pandori, ma in una scala economica più umile. Scherzi a parte, sostenere attività come lo Spartak San Gennaro e il calcio popolare, è fondamentale per dire da che parte si sta in una città che rischia di gentrificarsi in modo sempre più feroce, lasciando fuori da Napoli la sua vera gente.

Chi è Davide DDL:

Davide DDL nasce a Napoli nel Luglio del 1989. Studia Scienze Politiche e, laureatosi con 110&lode, inizia subito una carriera aderente al suo percorso di studi: restando disoccupato per alcuni anni. Nel 2018 inizia a fare Stand Up Comedy nel collettivo Allert Comedy.

Autore, comico e ghostwriter, finalista del Festival del Cabaret di Martina Franca 2021, si è esibito al ritiro della SSC Napoli a Dimaro nel 2023. Il 16 Agosto 2023 è stato onstage come spalla a Piazza Plebiscito a Napoli per il “Vincenzo Comunale Show”. A Ottobre 2023 è stato co-autore e co-presentatore di “Inoltrato Molte Volte” presso le Officine del Teatro San Carlo, format live con oltre 1200 spettatori complessivi nelle 4 date, finanziato dal Comune di Napoli e dalla Fondazione Teatro San Carlo. A Gennaio 2024 pubblica un volume comico dal titolo “Caro Diario” con Graf editore. Un suo monologo è su NowTV nel programma “Open Mic Tour” di Comedy Central.

GIOCHI CULTURALI ALL’ORA DELL’APERITIVO

DAL 2 FEBBRAIO AL 3 MAGGIO 2024
Vi piace leggere e giocare? O anche solo una cosa delle due?

Scrittura & Scritture vi invita a cimentarvi in “C’erano una volta i giochi di società. Giochi culturali all’ora dell’aperitivo”.
Di cosa si tratta?

Scrittura & Scritture propone, a partire da febbraio e con cadenza mensile, 4 incontri.
In ognuno di essi si giocherà a un vecchio gioco di società o un vecchio gioco televisivo, rivisitato però in chiave letteraria e culturale, con la possibilità di vincere, a ogni incontro, un premio finale, diverso per ogni appuntamento; come diverso a ogni evento è l’aperitivo che verrà offerto.

Gustando un ricco aperitivo, si potrà così (ri)scoprire, ad esempio, il rischiatutto (da noi declinato in chiave letteraria e culturale) o l’indovina chi.
O ancora, chi non ricorda l’ OK, il prezzo è giusto! con la Zanicchi nazionale? Immaginatelo, però, sempre declinato in chiave culturale…

L’intento delle editrici Chantal ed Eliana Corrado, già ideatrici del famoso e sempre più affollato Circolo letterario Book & Tè, è quello di riscoprire il piacere di stare insieme dal vivo, e rendere sempre più piacevole e fruibile a tutti la lettura e la cultura in generale. Il tutto, divertendosi.

Tutti e quattro gli appuntamenti si terranno alle ore 19 presso la sala eventi di Scrittura & Scritture (corso Vittorio Emanuele, 421 – Napoli).

Si può partecipare a un solo evento, o a più d’uno, o a tutti.

È necessario, però, prenotarsi, versando la relativa quota che comprende un ricco aperitivo di accompagnamento, sempre diverso a ogni serata.

Tutte le serate si terranno, una al mese, presso la sala eventi di Scrittura & Scritture, in corso Vittorio Emanuele, 421- Napoli. (150 mt dall’uscita della funicolare di Montesanto – fermata di C.so V. Emanuele – lato sinistro; 700 mt dalla metropolitana Linea 1 – Fermata di Salvator Rosa, uscita “Girolamo Santa Croce”).

Maggiori info, il calendario delle serate con i relativi giochi e il costo per la partecipazione a ogni singolo evento, a questo link
Per info e prenotazioni: 081.5449624 – [email protected]

Fondazione Banco Napoli. Presentazione al Gambrinus del libro su Caracciolo «La nave di fuoco» di Nicoló Carnimeo 

Giovedì primo febbraio alle 18, al Gran Caffè Gambrinus, la Fondazione Banco di Napoli presenta il romanzo storico di Nicoló Carnimeo La nave di fuoco. Francesco Caracciolo l’ammiraglio che donò il caffè a Napoli (Mursia editore). Partecipano: Pino Aprile, che ha scritto la prefazione, l’attore Patrizio Rispo, che leggerà alcune pagine del libro, il direttore d’orchestra e violoncellista Roberto Soldatini, primo a Napoli ad avere la residenza in barca, che eseguirà dei brani musicali, Michele Sergio del Gran Caffè Gambrinus, il Presidente della Fondazione Orazio Abbamonte. Il fascino di questo romanzo è tutto racchiuso nella figura di Francesco Caracciolo, descritto come un eroe moderno, considerato tra i più grandi uomini di mare italiani che la storia ricordi, l’unico a mettere sotto scacco la flotta inglese di Horatio Nelson. «Con questo libro sottolineo l’attualità di Caracciolo – spiega Carnimeo – un personaggio che ha abbracciato e interpretato i suoi tempi in maniera innovativa. E poi c’è il caffè, una nuova e più bevibile miscela da lui portata in città, che rappresenta il risveglio della ragione, un futuro nuovo che è ormai alle porte». Nella prefazione di Pino Aprile infatti si legge: “La vita di alcuni uomini è così intensa, ricca, affascinante, che per raccontarla e parlare delle loro imprese, non bastano le pagine di storia, ma bisogna ricorrere alla letteratura, al romanzo”. Carnimeo, con una scrittura avvincente, racconta dell’avventura giovanile che cambia il destino di Caracciolo e quello di Napoli, la sua città natale, descritta in tutta la sua magia e bellezza. Tra la capitale del Regno dei Borbone e Algeri si snoda una vicenda che ha per protagonista il caffè, anzi la migliore miscela di caffè mai esistita. Perché Napoli ne è diventata l’indiscussa capitale? In un racconto che unisce una fedele ricostruzione storica a una narrazione ricca di intrighi e colpi di scena, sarà proprio Caracciolo a portare nella città partenopea il prezioso chicco di Arabica che rappresenta il risveglio, l’avvio dell’epoca dei Lumi e il possibile incontro tra Oriente e Occidente. «Caracciolo – ribadisce Carnimeo – non è solo uno dei più grandi uomini di mare che la storia nazionale ricordi, ma rappresenta lo spartiacque tra due epoche, forse l’antitesi tra monarchia e repubblica. C’è chi lo ha accusato di tradimento ai Borbone e chi lo ha acclamato come repubblicano per aver aderito alla Repubblica partenopea del 1799, egli è, invece, un innovatore, un visionario, un uomo controcorrente capace di fiutare il futuro e abbracciarlo, interprete come nessuno della sua epoca. Ha pagato con la vita (impiccagione) la fedeltà alle sue radici e alla sua città che amava sopra ogni cosa. E la morte lo ha sublimato in mito. Per questo lo ricordiamo. Nel mio romanzo egli è simbolo insieme al caffè del risveglio di una città e del suo mare». 

Nicolò Carnimeo insegna Diritto della Navigazione all’Università di Bari, da sempre racconta il mare con articoli, saggi e in tv nella trasmissione di Rai 1 «Linea Blu» di cui è consulente. Ha fondato la «Vedetta sul Mediterraneo», ente per la promozione della cultura del mare che ha sede in una torre sul porto di Giovinazzo. I suoi libri Nei mari dei pirati e Com’è profondo il mare hanno ottenuto premi e riconoscimenti letterari. Gira per il Mediterraneo con la sua vela Camomilla a caccia di storie, adora il mare della Puglia dove è nato, ma da sempre considera Napoli la sua città elettiva.

Premio Neo. Edizioni

C’è una gran bella notizia per gli aspiranti scrittori. La casa editrice indipendente Neo.Edizioni, quella che pubblica Paolo Zardi, Peppe Millanta, Gianni Tetti, ha proposto un premio letterario. Lo fa comunicandolo sui propri canali social:

“Ci sono voluti 15 anni ma, alla fine, ci siamo decisi.

Al via il “Premio nazionale di narrativa Neo Edizioni 2024”.

ANNO ZERO.

Il concorso è rivolto a romanzi e raccolte di racconti inediti scritti in lingua italiana.

Al vincitore: 1000 euro e la pubblicazione dell’opera.

Abbiamo fiducia che arrivi qualcosa di memorabile!

Il bando completo qui 👇

Fatevi avanti.”

Leggiamo sempre dal loro sito:

Il bando è aperto a romanzi e raccolte di racconti inediti.

Dicono che l’editoria italiana sia pavida. Che abbia paura di sporcarsi le mani con le opere coraggiosesghembe e non convenzionali. Dicono che non ci siano lettori smaniosi di tuffarsi in qualcosa di ignoto. Qualcosa che anziché confortarli li sorprenda, che anziché soddisfare le loro aspettative gli faccia scoprire che ciò di cui hanno bisogno in realtà è tutt’altro.

La Neo Edizioni è nata per questo. Per dimostrare che si sbagliano. Per dimostrare che c’è spazio anche per questo. Fuori dai radar, dai soliti canali, ai margini: ma c’è.
Ecco perché la nostra sede è a Castel di Sangro, sull’Appennino abruzzese, lontano dai centri propulsivi della cultura italiana. Ecco perché è qui che ospiteremo il vincitore della prima edizione del Premio nazionale di narrativa Neo Edizioni per la serata finale.

E il vincitore sarà chi riuscirà a far vibrare le corde più profonde dello spirito della Neo.

Vogliamo tornare là dove siamo partiti, battere di nuovo quei sentieri obliqui e impervi, per confermare che ci sono ancora zone inesplorate da scoprire.

Vogliamo piangere, ridereimpressionarci di noi stessi, del mondo e della vita.

Vogliamo tornare all’anno zero.

Se credi di essere tu a poterci riportare lì, trovi tutte le informazioni di cui hai bisogno nel bando completo che puoi scaricare qui.

Insomma, non resta che provare a partecipare, per poter vincere magari, ed entrare in un catalogo solido, riconoscibile, audace.