Richard Ford, Tra loro – Feltrinelli
Il vecchio caro Ford affronta uno dei temi più difficili e impegnativi: il racconto del proprio passato, la storia dei genitori. Due memoriali scritti a 30 anni di distanza l’uno dall’altro. Quello sulla mamma scritto nell’81, quasi di getto, subito dopo la sua morte, quello sul papà nel 2015, con un maggiore sforzo di memoria, forse romanzandolo un po’ di più.
I momenti più importanti nella vita spesso non vengono notati dagli altri. Sono le piccole cose, i gesti banali, a restare impressi, a comporre la storia del nostro passato, il libro dei nostri ricordi, che ci portiamo dentro e che alcuni scrittori possono decidere di condividere, donandolo ai lettori.
“Il futuro è imprevedibile e pericoloso, ma le vite dei nostri genitori ci confermano e ci aiutano a distinguerci” dice Ford nella postfazione. Pura verità.
La testimonianza di Ford, di cui ho letto alcuni romanzi, i suoi più importanti (Sportswriters, Il giorno dell’indipendenza, Infiniti peccati), è bella perché sincera, a tratti commovente nel modo in cui apre il cassetto della memoria per riversarlo in questo piccolo ma potente libro. Due vite normali, quelle di Parker ed Edna, senza troppe pretese, che diventano speciali quando le racconta Ford. E lui in mezzo, tra loro appunto, a vivere un’infanzia meravigliosa.
La parte dedicata al padre mi è sembrata più “matura” e consapevole, quella dedicata alla mamma più emotiva e meno letteraria. Mi ha lasciato una sensazione difficile da decifrare, come se avessi sbirciato dal buco di una serratura, con il consenso di chi si trova all’interno della stanza.
Un libro intimo e importante.