Modiano, I viali di circonvallazione
“Per l’arte con la quale ha evocato i destini umani più inesplicabili e scoperto il mondo della vita nel tempo dell’occupazione».
Con questa motivazione Patrick Modiano ha vinto il Nobel nel 2014. Ritroviamo tutti gli elementi presenti in questa breve descrizione della sua opera, già nel romanzo Viali di Circonvallazione, uscito per Gallimard nel 1972, premio dell’Académie Francaise dello stesso anno.
È la storia di un figlio alla ricerca di un padre, durante l’occupazione tedesca di Parigi. Sono tanti personaggi che popolano l’opera, che si apre con una suggestiva descrizione di una foto. È questo quello che rimane al figlio che cerca suo padre, una foto di gruppo, un padre corpulento circondato da personaggi ambigui, all’interno di un bar. Da questa foto scoperta per caso sul fondo del cassetto parte la ricerca, sofferta, del protagonista, la ricerca di questo padre che ha cambiato vita, è andato via e in 10 anni ha dimenticato tutto, anche suo figlio. O forse fa finta?
Misterioso e struggente, questa opera giovanile di Modiano riesce ad appassionare e a sorprendere per quei temi che sono così cari all’autore, e già appaiono quindi in questo romanzo breve scritto neanche a trenta anni. Il rapporto con il padre, così complesso e stratificato, il rapporto con il passato e la memoria, così fuggevole e fallace. E sullo sfondo la Parigi non splendida e ricca, ma cupa e asfissiante, fatta di bar periferici mal frequentati e i viali di circonvallazione che, ricordati nel titolo, ospitano le passeggiate tra questo padre e questo figlio che si rincontrano e si studiano, dopo 10 anni. Perché mi hai abbandonato, padre? Sembra voler chiedere il giovane uomo al suo genitore. Perché hai preferito una vita squallida con compagnie discutibili, a me?
Ma il padre è sempre stato un falsario, ha sempre finto e finge anche ora. Non è dato sapere perché questo uomo corpulento e piegato dalla vita abbia compiuto queste scelte, abbia scelto mediocri amicizie, si circondi ora di persone che sembrano odiarlo, o quantomeno disprezzarlo.
Ma a poco a poco i due sembrano riavvicinarsi, o forse no. I confini sono così poco netti in questo piccolo romanzo che in fondo sembra un unico, grande sogno. E si conclude con domande che non hanno risposte, con enigmi impossibili da sciogliere. Perché l’amore per un figlio per un padre è alle volte un enigma, sofferto, insondabile, che non può essere spiegato, ma soltanto vissuto.