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L’archeologia dell’amore – Cătălin Pavel

Bestseller in Romania, questo saggio atipico pubblicato in Italia da Neo Edizioni a fine aprile, è davvero un libro sorprendente. Nell’ottima traduzione dal rumeno di Bruno Mazzoni, “L’archeologia dell’amore” è un libro scritto dall’archeologo Cătălin Pavel, che intende indagare le relazioni amorose a partire dai ritrovamenti archeologici di tutto il mondo.

L’autore è un brillante divulgatore che riesce, in queste pagine, a raccontare l’amore e le relazioni di tutte le epoche, partendo dai resti archeologici: dalla preistoria al 900. Ma il libro ha un linguaggio accessibile a tutti, divulgativo e anzi molto ironico, cosa atipica per una comunicazione – quella archeologica – spesso polverosa e molto tecnica.

Abbiamo qui invece un’alternanza tra approccio scientifico e riflessioni personali. La scrittura è fresca, originale per un saggio di questo tipo. Il tono leggero non svilisce la materia, anzi la arricchisce con particolari e spunti contemporanei.

Ecco degli esempi:

“La coppia-prototipo della bellezza, Afrodite e Adone, è una specie di Brad Pitt e Angelina Jolie della stampa mitologica sensazionalistica.”

“Che alcuni autori abbiano una vena lirica è fuor di dubbio: i più tranquilli desiderano di tutto cuore che Sabina mantenga per sempre la sua bellezza adolescenziale, mentre altri sperano che un’altra tipa di Pompei rimanga “culibonia” (“con un bel culo”), e un tizio di Roma è descritto, pasolinianamente, come “culipetrus” (“col culo duro come pietra”).”

“Sembra tuttavia che la maggior parte degli uomini che scelgono di condividere con la città dettagli della loro vita preferiscono iscrizioni commemorative più esplicite, e ne troviamo parecchie a Pompei. Una dice: “Ho scopato qui il 14 agosto – e il 20 agosto”; in un altro punto: “Mi sono fottuta l’ostessa” (“futui coponam”). Qualcuno medita: “Nymphe l’ho fottuta; Amomus l’ho fottuta; Perennis l’ho fottuto”. Non sono le frasi di un grande scrittore, ma di qualcuno che stila un elenco di vittorie (le prime due femminili, la terza maschile).”

Non sorprende dunque che questo libro sia un bestseller in Romania, perché è in grado con sapienza di indagare il nostro passato, i miti, le iscrizioni, la storia per raccontare con scientificità e originalità, i rapporti d’amore. Attraversando le ere geologiche e i confini geografici. Dal Taj Mahal all’antica Pompei coi suoi graffiti immortalati nell’eternità dall’eruzione del Vesuvio, passando per l’uomo di Neanderthal e il Sapiens, la Prima Guerra Mondiale e il Mausoleo di Alicarnasso. Arrivando addirittura, nella modernità, a parlare di “due distinte figure femminili il cui contributo all’archeologia non è stato valutato a sufficienza. Gertrude Bell […] la donna più potente dell’Impero Britannico al tempo della Prima Guerra Mondiale, tant’è che lei non solo ha messo Faisal sul trono dell’Iraq, ma ha pubblicato importanti monografie su Binbirkilise e altri siti orientali” E “Agatha Christie […] finita nel mondo dell’archeologia senza averne colpa, solo perché ha sposato nel 1930 un archeologo che aveva conosciuto a Ur, in Mesopotamia.

Lo stesso Pavel scrive nel volume, in modo chiaro, i suoi intenti:Ricostruire i nostri sentimenti partendo dai resti del passato. Nella preistoria, dove mancano fonti scritte, l’archeologia è l’unico modo – buono o cattivo che sia – per capire cosa accade a una coppia. In quale altro modo possiamo scoprire quanto ci sia vicino un anonimo abbraccio dell’Età del Ferro?”.

Questo libro è davvero un unicum nel suo genere. Archeologia raccontata con un taglio divulgativo e una scrittura accessibile a tutti. Davvero una piacevole scoperta.

Raffaele Messina vince la sezione Narrativa/Saggistica del Premio costadamalfilibri

Raffaele Messina è un intellettuale sempre attento e disponibile, scrittore raffinato, docente, editor: i suoi libri toccano diversi temi, dai giovani, alla storia, fino ad arrivare all’affascinante figura di Artemisia Gentileschi, donna di straordinario valore. La Gentileschi fu la prima donna ammessa all’Accademia del Disegno di Firenze, e destinata a divenire una pittrice di rilievo europeo. Messina ha raccontato la sua vita a Roma e a Napoli e con questo suo nuovo libro, “Artemisia e i colori delle stelle” (Colonnese) ha vinto la sezione “Narrativa/Saggistica” del Premio costadamalfilibri della XVI edizione di ..incostieraamalfitana.it  Festa del Libro in Mediterraneo. Proclamato a Cetara dal direttore organizzativo della kermesse culturale Alfonso Bottone, allo scrittore napoletano è stata consegnata,  dal consigliere delegato alla Cultura del Comune di Cetara Cinzia Forcellino, la maiolica simbolo del festival realizzata dal maestro ceramista Nicola Campanile di Vietri sul Mare. Completano la classifica il secondo posto del giornalista Ansa Milano Roberto Ritondale con “Operette umorali” (Book Road), il terzo della poetessa romana Sonia Giovannetti con “La poesia, malgrado tutto” (Castelvecchi), il quarto posto della scrittrice umbra Angela Torri con “Anin” (Albatros Il Filo), il quinto dello scrittore salernitano Matteo Alberto Sabatino con “Il proiettore delle memorie” (Schena).

Qui di seguito le altre iniziative culturali della manifestazione creata da Alfonso Bottone.

La XVI edizione di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo si chiude ufficialmente Domenica 17 luglio, ore 20.00, sul Molo Marcina della compagnia di navigazione Travelmar a Marina di Vietri sul Mare. Nel corso della serata il direttore organizzativo del festival Alfonso Bottone incontrerà due autori: Stefano Piccirillo con “Una volta ancora – l’originale”, edito da Guida, e Mariateresa FranzaFino all’ultima fila. Francesco De Gregori raccontato dal suo pubblico”, pubblicato da LargoLiBro.

La vita di Stefano, amato e popolare conduttore radiofonico, è una continua girandola di progetti, incontri, relazioni e strani eventi. In “Una volta ancora – l’originale” di Stefano Piccirillo, voce storica di Radio Kiss Kiss, il protagonista riceve una vera e propria lettera. È Alessia, che entra immediatamente nei dettagli della vita dello speaker famoso come se lo conoscesse da sempre. Fa conoscere a Stefano il vero amore, facendo vacillare le sue sicurezze, e lo spinge a superare i suoi limiti. Stefano, dopo un periodo di attesa, si butta in questo rapporto con tutto se stesso, nonostante gli alti e bassi di un amore che cresce giorno dopo giorno ed esplode con gesti, dimostrazioni, slanci del cuore e rispetto l’uno dei confronti dell’altra.

Fino all’ultima fila. Francesco De Gregori raccontato dal suo pubblico” è il risultato di un viaggio sulle orme del Principe, che l’autrice ha iniziato quando era adolescente. Mariateresa Franza racconta se stessa, il suo rapporto con la musica e, in particolare, con De Gregori. Mostra spaccati inediti della sua storia. Un diario che la docente universitaria originaria di Nocera Inferiore apre ad altri fan, al pubblico di De Gregori. Ognuno, con scritti brevi o più lunghi, racconta l’incontro con il cantautore. A impreziosire il racconto di Franza e di tanti fan del Principe è Guido Guglielminetti. Il bassista, il capobanda di De Gregori come lo stesso cantautore l’ha ribattezzato, firma la prefazione del volume, scrivendo: “Un libro molto interessante e piacevoleche mi aiuta a capire quanto l’opera di De Gregori sia stata e sia ancora importante per tutti noi e quanto lo sia la poesia, la musica, la canzone italiana. Quanto il nostro patrimonio immateriale sia da difendere e da conservare”.

Altri protagonisti della serata il poeta napoletano Giuseppe Scognamiglio con il suo “Zittu zit (dialoghi nel silenzio)”, edito da Terra del Sole; Marco e Luca Casaburi che in 4 minuti racconteranno, con immagini, il loro viaggio attraverso l’Alta Via dei Monti Lattari che cinge lo splendore della Costa d’Amalfi.

La XVI edizione di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo, apertasi il 27 maggio a bordo della motonave Uragano della Travelmar anche con la cerimonia di gemellaggio con l’Associazione “Impronte Poetiche”, che sul Molo Marcina sarà protagonista di una “Guerrilla Poetica!” a sorpresa, sancirà un ulteriore gemellaggio con il “Premio Scudo” di Chianciano Terme, promosso dall’Associazione “SicurArt”: una vera e propria anteprima della seconda edizione di un evento che si celebrerà l’8 ottobre in terra di Val di Chiana, nel senese toscano. Al Molo Marcina interverranno Arianna Gallo e Guido Albucci, promotori del Premio Scudo, con un messaggio video di saluti del sindaco di Chianciano Terme.

A completare il programma della serata la consegna del Premio ..incostieraamalfitana.it Marchio Italyalla Travelmar, e del Premio Otowell Cultura alla Vitruvio Entertainment.

SABATO 9 LUGLIOERRICORÚ LIVE@FOQUS| FONDAZIONE QUARTIERI SPAGNOLI

Conosco Enrico Russo da più di 15 anni, l’ho visto suonare tantissime volte. Apprezzo da sempre il suo stile e la sua musica. Sono felice di questo suo nuovo progetto e di questo evento.

Sabato 9 luglio ore 20.30 Erricorù (ingresso gratuito) aprirà ufficialmente il suo tour estivo dal palco della FOQUS | Fondazione quartieri spagnoli, presentando per la prima volta al pubblico il suo primo EP Costruzioni Terapeutiche vol.1, pubblicato per l’etichetta Monkey Music, registrato in presa diretta tra gli Apogeo Records e il Kokoro Studio e missato e masterizzato da Diego Olimpo. E’ un artigiano della musica Erricorù, porta con sé la sua storia di architetto nel pensare armonie e melodie come una serie di razionali equilibri, ma conserva un’intensa introspezione nello scavarsi dentro, interrogando le sue emozioni alla ricerca della parola evocativa. E’ così che la canzone viene composta, alzata “come un palazzo”, pezzo dopo pezzo. 

Il suo primo video dall’omonimo brano “Respirare” ha superato le 10.000 visualizzazioni (https://www.youtube.com/watch?v=3q1Dm02mq9Y.

Il videoclip, ideato, diretto e realizzato dalla sezione audio-video dell’Atelier Multimediale (www.ateliermultimediale.it), con le foto di scena di Alex Mai, è stato girato tra Ischia e Bagnoli. Protagonista l’attore e regista Leonardo Bilardi, con la partecipazione straordinaria di Alice Valentino, Francesca Impagliazzo e Alessandra Bovino. Nel video s’intercetta la storia di un uomo e due donne che sono legati ma non riescono ad amare. Le relazioni tra i personaggi vivono un senso di continuità che intreccia passato, presente e futuro attraverso un gesto, uno sguardo o attraverso il mare stesso, che nelle sue infinite trasformazioni rende corpo unico isole e terre lontane. 

Già chitarrista e compositore delle musiche della band Metaverso, Erricorù conserva la sua anima rock con un’importante contaminazione elettrica; un chitarrismo molto originale che mescola tra loro rock, grunge, classico napoletano, atmosfere cantautorali, portando l’ascoltatore in spazi ampi, con echi e tempi sospesi. Nei pezzi di Costruzioni Terapeutiche, la voce è, per scelta stilistica, uno strumento tra gli altri, che si mescola con le armonie senza per forza uscire fuori. Hanno collaborato alla realizzazione del’EP: Giampiero Fusco – batteria e arrangiamenti, Daniele Cannavacciuolo – basso e arrangiamenti, Alberto Pascale – batteria, Giulio Palumbo – basso, Luciano Mirra – basso e arrangiamenti.

Seguirà l’apertura di Erricorù il concerto di Flora per un set acustico insieme al chitarrista Alberto Curtis. 

Marcianisano doc, una breve recensione

Quando i libri sono scritti con passione, non possono che arrivare dritti al cuore. E così la seconda opera del giornalista Alessandro Tartaglione riesce a unire la storia locale di Marcianise e una scrittura fluida, avvolgente, puntuale. Con l’approccio dello storico ma la penna del giornalista/divulgatore, Tartaglione ci fa entrare nella storia di Marcianise, attraverso personaggi, vicende note e meno note, fatti di cronaca del passato remoto e del passato più recente.

La prima parte è tutta dedicata a scritti che avevano già trovato sbocco sui social o sul sito dell’autore, la seconda sono inediti molto interessanti frutto di un lungo lavoro di ricerca in biblioteca o in emeroteca, a consultare i giornali d’epoca.

Questi libri di storia locale meriterebbero un pubblico ancora più vasto, uscendo dai confini, anche perché alcune delle storie che Tartaglione racconta sono proprio da “film”. Dopo aver letto “marcianisano maitant” nel 2010 e ora il secondo libro, spero solo di non dovere attendere più di 10 anni per la sua terza opera.

XXVI Edizione del Premio Letterario Internazionale EMILY DICKINSON

Mercoledì 8 giugno, alle ore 15.30, nel suggestivo scenario della chiesa di Sant’Erasmo presso Castel Sant’Elmo al Vomero, si terrà la manifestazione conclusiva della XXVI Edizione del Premio Letterario Internazionale “EMILY DICKINSON”.

Il Premio si articola in 7 sezioni: libro edito di narrativa o saggio edito; libro edito di poesie, anche in dialetto; libro o racconto inedito; silloge inedita; poesia inedita in lingua o in dialetto; sezione speciale riservata agli studenti; sezione speciale “Dott. Ing. Ruggiero Cenere”. 

Tanti gli scrittori che hanno inviato le loro opere edite ed inedite a giudizio della commissione esaminatrice. Tra i premiati vi sono letterati provenienti da tutta Italia e dall’estero. 

È stato istituito, inoltre, un riconoscimento nell’ambito dello stesso Premio a personalità del mondo della cultura e delle istituzioni che si sono distinte per meriti e per elevate doti umane. Quest’anno il riconoscimento andrà allo scrittore Maurizio De Giovanni ed al giornalista napoletano Marco Altore. 

Ad organizzare il Premio “EMILY DICKINSON è l’omonima Associazione fondata e presieduta dalla scrittrice, docente e giornalista Carmela Politi Cenere: «Il premio rappresenta un punto di osservazione per la letteratura ed anche un’occasione per l’economia locale ospitando scrittori provenienti da ogni parte. I riconoscimenti speciali sono stati individuati tenendo conto dell’etica e della morale dei premiati nell’ambito della loro attività professionale. Gli scrittori sono stati premiati in base alla qualità del lavoro presentato e la scelta non è stata semplice perché i lavori pervenuti erano davvero tanti e di alto livello». 

Alla manifestazione conclusiva della XXVI Edizione del Premio Letterario Internazionale “EMILY DICKINSON” sono stati invitati anche il presidente della Regione Campania, Onorevole Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, e la presidente della V Municipalità Clementina Cozzolino.

Il Festival “PozzuoliCoolturale” conquista il Rione Terra

Emozioni. Cultura. Passione e condivisione. Lo scenario era da cartolina, quello del Rione Terra. Gli ospiti e l’organizzazione di altissimo livello. Il successo, dopo questa tre giorni, di pubblico e contenuti, è stato evidente.

Si è chiuso domenica sera il sipario del PozzuoliCoolturale, il Festival del Libro organizzato dall’Assessore al Turismo ed alla Cultura del Comune di Pozzuoli, Stefania De Fraia, curato e diretto dal giornalista-autore Jacopo Di Bonito.

Io ringrazio entrambi di cuore. Per avermi dato un compito importante, quello di moderatore di gran parte della manifestazione, e per avermi permesso di condividere il palco con nomi di assoluto spesso nel panorama culturale italiano.

Si è partiti venerdì mattina con l’emozionante partecipazione del Prof. Umberto Galimberti, una delle menti più interessanti degli ultimi anni, che ha tenuto tutti a lezione per oltre due ore. Un incontro che, nonostante la giornata particolarmente rovente, ha visto la partecipazione di centinaia di persone accorse da varie zone della Campania per ascoltare le parole del Professore. “È un evento meraviglioso ed io sono entusiasta di aver inaugurato questa prima edizione del Festival PozzuoliCoolturale. Ho scoperto una città vivace ed una location magica”, ha dichiarato Umberto Galimberti a margine dell’evento e poco prima di fermarsi per un rigorosissimo ed appassionato firma copie.


Dalla filosofia alla musica il passo è stato breve, con “La Maschera” che venerdì sera ha richiamato tantissimi fan accorsi per lo showcase dell’ultimo disco “Sotto chi tene core”. Il sabato è stata la volta di Procida Capitale della Cultura, con un’intera programmazione dedicata all’isola ed aperta da un incontro istituzionale tra i delegati alla cultura dei due comuni. Sul palco il fotografo Sergio Siano, Martin Rua e tanti altri.

Densa di magia l’esibizione degli Ars Nova Napoli, il gruppo partenopeo che per oltre due ore ha fatto cantare un Rione Terra sold out. Domenica è stata la volta dell’identità con Pino Imperatore e Nino Daniele ospiti di eccezione.

Mostre, esposizioni di artisti flegrei e laboratori hanno reso PozzuoliCoolturale un contenitore culturale elegante e vivace, che in molti sperano possa trasformarsi in un appuntamento fisso per la città di Pozzuoli.

Che dire, speriamo di rivivere un appuntamento simile il prossimo anno!

FESTIVAL “POZZUOLICOOLTURALE”, AL RIONE TERRA ARRIVA IL PROF. GALIMBERTI

Questo Weekend a Pozzuoli un Festival del Libro, della cultura, della musica. Quando l’amico scrittore e giornalista Jacopo di Bonito me ne parlò, qualche mese fa, mi sembrò subito una cosa bella, necessaria. Questo festival oggi è realtà, un evento gratuito in uno dei luoghi più belli di Napoli, il Rione Terra di Pozzuoli, e io avrò il piacere di partecipare e dialogare con numerosi autori presenti su questo palco durante questi 3 giorni.

Seminari, laboratori, incontri, presentazioni, live music e showcase. Ed ancora mostre, esposizioni e gazebo culturali. È questo il programma del Festival del Libro “PozzuoliCoolturale” che si terrà dal 20 al 22 maggio (ogni giorno dalle 11.00 alle 22.00) all’interno della suggestiva rocca del Rione Terra. Una tre giorni fortemente voluta dall’Assessore al Turismo e alla Cultura del Comune di Pozzuoli, l’avv. Stefania De Fraia.

Sul palco di “PozzuoliCoolturale” saliranno scrittori, artisti, autori e musicisti. L’apertura sarà affidata ad un nome d’eccezione, il prof. Umberto Galimberti, uno dei pensatori più interessanti del panorama culturale europeo. Spazio anche per la musica con l’attesissimo showcase de La Maschera ed il live degli Ars Nova. Sul palco anche Pino Imperatore, Lavinia Petti, Martin Rua, Nino Daniele, Sergio Siano e tanti altri. (Qui il programma completo https://fb.me/e/1hsAa807g)
Inclusione (20/5)-Isola (21/5)-Identità(22/5) saranno le tre tematiche intorno alle quali si struttureranno gli interventi degli ospiti, con l’obiettivo di creare un proficuo spazio di riflessione in città. La seconda giornata (Isola) sarà interamente dedicata a Procida Capitale della Cultura, per ribadire con ancora più forza quel legame che c’è tra Pozzuoli e all’isola flegrea.

All’interno dei gazebo culturali ci saranno mostre e verranno effettuati laboratori per grandi e piccoli. Grazie ad un accordo tra l’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Pozzuoli ed il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, tutti coloro che saranno in possesso del segnalibro di PozzuoliCoolturale (distribuito durante la manifestazione) e di un libro, potranno accedere gratis al Parco Archeologico di Cuma ed al Macellum di Pozzuoli per i giorni 21 e 22 maggio.
Curatore e direttore artistico della manifestazione, il giornalista/autore Jacopo Di Bonito.

L’ingresso sarà libero, fino ad esaurimento posti, per l’intera manifestazione.

Il Confine di Silvia Cossu

Con Il Confine (Neo Edizioni) Silvia Cossu è al suo quarto romanzo. Si sente, nelle sue pagine, una grande maestria da scrittrice d’esperienza, una certa sapienza narrativa. Appena si inizia a leggere questo libro si viene travolti da un’atmosfera rarefatta, avvolti da una trama all’apparenza semplice, ma con molteplici stratificazioni.

Con i tempi e i modi di un racconto che, come un piccolo giallo dell’anima, con grande sapienza costruttiva, avvicina ad una più profonda domanda di senso. Quasi un viaggio iniziatico” dice Renato Minore, che l’ha candidata al premio Strega. E ha ragione, soprattutto sulla sapienza costruttiva.

Una storia che ha come protagonista una scrittrice che ha perso il gusto di scrivere ma che per vivere racconta le storie di uomini celebri, finiti però in disgrazia e dimenticati dal mondo. Le mette su carta, a pagamento ovviamente. Quando incrocia un famoso e misterioso psichiatra, Mosco, e questo medico le offre una grande cifra per scrivere la sua storia e ascoltare in più sedute le sue vicende, queste due vite si incrociano e il risultato è imprevedibile.

Il libro si apre subito con una rivelazione, e poi va a ritroso: “Cinque anni fa ho intervistato uno psichiatra conosciuto attraverso un’amica comune. (Un nome noto). Ci siamo incontrati quasi ogni giorno nel suo studio. Ho registrato trenta ore di materiale. La sua vita, le circostanze più o meno fortuite che lo hanno avvicinato alle terapie brevi e a praticarle per oltre quarant’anni. Soprattutto quella subliminale. Poi, senza alcun preavviso, arrivati alla fine, è sparito. […] Lo sgomento, rigirando tra le mani il biglietto appena ricevuto, poco a poco si rifà vivo. La cerimonia è prevista tra due giorni. Mi chiedo chi abbia spedito la partecipazione. La sensazione di essere osservata torna a punger- mi come un sottile senso di colpa. Ora che il suo corpo non respira più, è solo un ammasso inerte, so di essere stata anch’io par-te del suo gioco.

La biografa fa un mestiere insolito e a suo modo affascinante, instaurando un particolare rapporto con i suoi clienti. Ce lo spiega: “È vero che sfrutto la vanità altrui, ma il risultato produce un conforto duraturo. In più, c’è l’incognita del percorso che si intraprende insieme, che una volta concluso può essere riattraversato innumerevoli volte, con pause e letture diverse.” Davanti a questo nuovo cliente, a questo schivo e misterioso dottore, potente, rivoluzionario, attaccato al denaro, qualcosa cambia. Il percorso non è lineare come al solito. Il confine tra biografa e cliente non è più tanto scontato. Chi è, questo psichiatra? Cosa vuole che venga raccontato?

Che ci sia una verità da scovare contro e nonostante lui, mi alletta. L’ipotesi di rovesciare i piani e pormi come analista di uno psichiatra, perché in fondo è così che l’ha messa” dice a un certo punto la protagonista. Che inizia a mettere insieme i vari pezzi che vanno a formare la storia di Mosco, i suoi esordi nel campo della medicina. I suoi successi. I suoi eccessi.

Gli incontri con Mosco per realizzare il libro, si trasformano sempre più spesso in qualcosa di altro: viaggi in auto per incontrare barboni; confronti sui romanzi scritti dalla biografa; inquietanti scambi di idee e riflessioni al limite.

Il racconto su Mosco intanto continua, si arricchisce di pagine la sua biografia: “Mosco ha scoperto che mescolare la suggestione del teatro con le tecniche più avanzate delle terapie brevi, creando per ogni paziente un set specifico, ha l’effetto di potenziarne l’esito”.

Mosco e il rapporto con i soldi. Mosco e le donne. Mosco e l’alone di mistero che lo circonda. Indagare nella vita di Mosco, serve alla protagonista per guardare dentro se stessa. I piani si confondono. I confini si fanno rarefatti. Le terapie brevi. Realtà e finzione. Irma e il sesso. Realtà e bugia. Il sonno, il sogno. La paura. La memoria. Fin quando Mosco scompare, fa perdere le sue tracce, e la situazione sembra implodere, forse esplodere.

La bella lingua di Silvia Cossu non esagera mai, è elegante e precisa. E come in un puzzle serve a costruire una storia che si arricchisce tassello dopo tassello. Spiazza, spesso. Indizio dopo indizio si arriva allo svelamento finale. I vari punti di vista, le varie sequenze di questo romanzo che è allo stesso tempo molto filmico e delirante come un sogno da ubriachi, rendono la narrazione sempre tesa, l’effetto finale straniante e originale. Neo edizioni, a pochi mesi di distanza da Beati gli inquieti di Redaelli, torna a proporre un romanzo brillantemente costruito che parla di psichiatria e, in qualche modo, di sanità mentale. Il risultato è sorprendente.

Silvia Cossu è nata a Roma. Ha scritto per Marsilio i romanzi La vergogna e L’abbraccio, e per la collana “Strade-Blu” di Mondadori un memoir usando uno pseudonimo, tradotto in Germania. Due suoi racconti sono presenti nelle antologie I racconti delle fate sapienti (Frassinelli), e Pensiero Madre (Neo Edizioni). Per il cinema ha sceneggiato diversi film (BluffL’ospiteFino a farti maleCrushed Lives – Il sesso dopo i figliIo lo so chi siete) selezionati nei più importanti festival internazionali. Il confine è il suo quarto romanzo.

Sopra un fiume nero di Domenico Infante

L’amico scrittore Domenico Infante, di cui in passato ho divorato tutti i libri, esce con un nuovo romanzo, un bel thriller dalla trama molto interessante.

Domenico sa come pochi altri scrittori appassionare con le sue storie, la scrittura dosa con equilibrio parole ed emozioni, ed era da tempo che aspettavo un suo nuovo lavoro. In attesa di leggerlo, ecco la scheda.

Sopra un fiume nero esce per Porto Seguro. Dalla prossima settimana sarà possibile ordinare il libro anche in libreria e sulle piattaforme online. Il libro sarà presentato sabato al Porto Seguro Show, alle 18:30, al Voia Art Gallery, in via Nomentana 926.

Marco Rabini è un bravo informatico romano. Mentre è in coda nel traffico del GRA, diretto a Formia per un imprevisto intervento presso un’azienda, una ragazza esce da un’auto sportiva e irrompe nella sua auto e nella sua vita. Arrivati a destinazione, la lascia per andare al lavoro e la sera la ritrova nel suo letto. La connessione tra di loro è immediata. Il sabato pomeriggio, finito il lavoro, torna in camera e trova la ragazza sgozzata, in bagno, nella doccia sotto un getto di acqua calda. Latitante, comincia a cercare l’assassino della ragazza, che risponde al nome di Grigori. Ma Grigori non è solo il suo demone personale. Grazie al mondo che meglio conosce, il web, Marco scoprirà di essere vittima di qualcosa ben più grande di lui, un gioco profondo, un gioco pericoloso. Con un intenso ritmo narrativo e un finale assolutamente imprevisto, Domenico Infante ci regala un thriller intrigante, dove tra espedienti informatici e amici fidati ci mostra dove può arrivare un uomo per scoprire la verità. Biografia: Domenico Infante è nato a Napoli il 4 luglio 1963. Vive lì i primi 40 anni poi si trasferisce a Roma. Lavora nel settore informatico in un gruppo che si occupa di voce su internet e di cyber security. Per Porto Seguro Editore pubblica nel 2022 Sopra un fiume nero.

L’albero delle farfalle di Paolo Mascheri

Di questi tempi, essere scrittori significa, prima di tutto, fare promozione di sé stessi. Eventi, presentazioni, essere online, apparire. Alle volte, la forma prende il sopravvento sulla sostanza. Ci sono poi invece scrittori, come Paolo Mascheri, digitalmente schivi e riservati, che non hanno social se non un profilo facebook aperto da poco, che non scrivono ovunque e di tutto e anzi, preferiscono dosare le uscite letterarie. Paolo, addirittura, aveva smesso di scrivere. Lo dice, appunto, su facebook: “Ho passato anni interi senza scrivere nemmeno una riga. È stato nel 2017 che ho ripreso costantemente a farlo. Una sera di maggio di quell’anno mi imbattei in 20000 Days on Earth. Il docu-film di Forsyth e Pollard su Nick Cave. Sprofondato nel divano, rimasi rapito dal monologo finale accompagnato dalle note di Jubilee Street in cui Cave invitava a non essere inattivi- all of our days are numbered-, a concretizzare le proprie idee, a proteggere la piccola fiamma della propria intuizione perché attorno ad essa potevano essere costruite grandi cose… “

Ringraziamo quindi Nick Cave anche per questo, per aver ridato forza e voce nuovamente a uno degli scrittori più talentuosi della generazione nata tra i Settanta e gli Ottanta. Mascheri avevi esordito in narrativa con Poliuretano nel 2004, per Pendragon, e aveva confermato l’ottima scrittura e i contenuti con Il Gregario, minimumfax, uscito nel 2008, potente romanzo sul declino italiano e sul malessere della nostra generazione senza punti di riferimento.

Ecco, a distanza di 13 anni Paolo Mascheri torna con L’albero delle Farfalle, stavolta Edizioni Pequod. Anche stavolta l’autore si conferma, con un’opera ancora più matura e toccante delle precedenti.

Un romanzo sofferto, doloroso, che scava nei rapporti figlio-Madre e nella famiglia. I capitoli sono divisi per nomi – Costanza, Riccardo, Roberto, Eleonora – e ognuno descrive una porzione di mondo da un determinato punto di vista. Ci raccontano una storia di vita quotidiana. Ci parlano del progressivo disfacimento dei corpi umani. Ci descrivono l’incomunicabilità di una famiglia, lo sfaldamento delle certezze di un uomo – un medico di base, depresso e chiuso in se stesso – alle prese con la malattia della Madre.

L’albero delle farfalle è un libro potente e lacerante, dove i protagonisti sono due: Costanza, la Madre, ex professoressa in pensione che combatte da anni contro un tumore che non va via e suo figlio Riccardo, che ha messo in modo testardo – e, per molti versi, giusto – la lotta contro la malattia di chi l’ha generato, prima di ogni altra cosa della sua vita.

Mascheri ci racconta soprattutto il rapporto tra questi due personaggi così delicati e complessi, e il difficile equilibrio che deflagra nella famiglia – ristretta o allargata che sia – quando la malattia scombina le carte in tavola. I vari capitoli della prima parte contribuiscono ad aggiungere progressivi tasselli a questo quadro famigliare – con la figlia piccola, la moglie Eleonora, il padre di Riccardo, Roberto, commercialista preso dal suo lavoro e dagli incontri Rotariani – e tracciano meglio le coordinate di questa vita, nella campagna toscana. La seconda parte e l’epilogo, più brevi e improvvisi, segnano la conclusione del libro – Crikvenica – una conclusione deflagrante, carica di speranze (attese? disattese?), che, per scrittura e emozioni suscitate, scava nell’animo nel lettore un solco indelebile.

Il rapporto tra questa madre e questo figlio, così lontana dagli stereotipi, così genuino, semplice e sincero, emoziona in più momenti. La passione comune del giardinaggio, tra i due, si riflette nel frequente utilizzo di termini tecnici, o nomi di piante precise, come appunto la buddleia che dà il titolo al libro (comunemente conosciuta, appunto, come albero delle farfalle).

Alcuni momenti che restano ben fissati nella mente: il rapporto nonna-nipote, la scena del primo attraversamento della strada della piccola, per fare la spesa ed evitare alla nonna di entrare in bottega, di alimentare le voci del paese; le descrizioni di questo entroterra toscano, così placido e rigoglioso di vegetazione; il lungo sogno-viaggio della speranza a Milano dal dottore, il Professor Sensini, per sferrare l’ultimo attacco alla malattia di Costanza.

L’autore fa della sua prosa elegante, della scrittura equilibrata, del lessico variegato, i punti cardine del suo modo di raccontare. Non ci sono mai parole di troppo. Si direbbe scrittura “chirurgica”, ma il termine è abusato e non riuscirebbe neanche a racchiudere in realtà la qualità di questa prosa. Speriamo di non dovere attendere altri quasi 15 anni per poter leggere un altro romanzo di questa forza.