Viola Ardone, Il treno dei bambini.

Viola Ardone, Il treno dei bambini.

 

Se a Napoli nasci povero, nel dopoguerra, non ti aspetta un futuro roseo. Anzi, il meglio che ti possa capitare nel vicolo è contare la gente che non ha le scarpe rotte ai piedi. Povertà e miseria sembrano le uniche strade previste, per i bimbi di Napoli.
Per questo il treno dei bambini che andrà al nord è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. Su questo treno, saliranno una serie di bambini che saranno ospitati in famiglie comuniste in Emilia Romagna (non in Russia, come si vocifera). Dettaglio non da poco, Al nord tutti hanno le scarpe ai piedi. E da mangiare, soprattutto. E il lavoro non manca. Se si vuole, si può avere un violino da suonare.
Amerigo Speranza lo scoprirà quando salirà con altri suoi coetanei su quel treno, con un cappottino nuovo regalatogli dal partito, lasciandosi alle spalle lo squallore di una Napoli che non riesce a rialzarsi subito dopo la guerra.
Purtroppo il sogno dura solo pochi mesi, perché questi sono i patti, e il ritorno a casa da mamma Antonietta, tra povertà e stenti, non è affatto semplice. Ritrovarsi di nuovo a vivere la vita del vicolo, dopo aver assaporato ricchezza e benessere, sarà possibile?

In questo romanzo la scrittrice e insegnante napoletana Viola Ardone racconta una storia poco nota e lo fa attraverso la voce narrante del piccolo Amerigo, che coi suoi occhi vispi e curiosi ci descrive due mondi totalmente diversi. E racconta sogni, speranze, paure e curiosità filtrate da questo piccolo monello che desidera soltanto una vita normale.
La scrittura di Viola Ardone sorprende per l’innata capacità di ricreare immagini indimenticabili con periodi brevi e senza particolari fronzoli. Ma è una prosa che tocca le corde del cuore e proprio per questo tiene incollato il lettore, che pagina dopo pagina si appassiona a questa storia e ai numerosi personaggi di contorno: la mamma Antonietta, la funzionaria di partito Derna che organizza la spedizione al nord, la famiglia in cui viene ospitato Amerigo, i suoi piccoli compagni di viaggio e le strane figure che popolano i vicoli di Napoli.
Un romanzo tenero e accattivante, che partendo da un fatto storico poco conosciuto ci racconta una storia universale di riscatto e speranza.

Antonio Benforte

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